Modena progetto da Serie A. Messina, il curioso caso di Argurio. La diaspora di Seregno. Dalla Seconda Categoria alla C: in Lombardia brilla una nuova Luce...
TMW/TuttoC.com
La vetta del Girone B di Serie C conquistata dopo la marcia trionfale di 15 vittorie nelle ultime 16 giornate dev'essere solo l'antipasto. L'obiettivo resta la promozione in Serie B come punto di partenza di un progetto che nel giro di un biennio deve portare il Modena nella massima serie. L'Olimpo della A non è un sogno ma un traguardo a cui ambire per il patron Carlo Rivetti, che in tal senso ha già avviato i contatti con l'Amministrazione Comunale per prendere in gestione lo stadio Braglia facendosi carico dei lavori di ristrutturazione dell'impianto che diventerà moderno e degno della Serie A. La capienza sarà di 30mila posti e permetterà di ospitare grandi eventi come concerti e non solo. Il segnale di come il nuovo corso targato Stone Island voglia e stia facendo le cose in grande. Con la benedizione del Comune di Modena che appare propenso a dare il via libera ai lavori dal 2023...
Da chi sogna in grande a chi sta cercando di risalire la china. È il caso del Messina che con i 4 punti strappati nelle ultime 2 gare può tornare a pensare alla salvezza diretta. Il segnale di come l'addio di Pietro Lo Monaco abbia rigenerato l'ambiente, cancellando tossine e polemiche. Una beffa per l'ex diesse Christian Argurio, artefice della costruzione della squadra con diversi ragazzi destinati a fare il salto di categoria a fine stagione. Da Adorante a Goncalves, in particolare su quest'ultimo c'è già l'interesse di 2 club di Serie B. Argurio a metà gennaio, da messinese doc, ha scelto di fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni nonostante il patron Sciotto volesse ripartire da lui per il dopo Lo Monaco. Un atto di coraggio (in pochi in Italia avrebbero lasciato sul tavolo 2 anni e mezzo di contratto...) e pure di lealtà verso chi l'aveva chiamato a Messina nel mese di agosto. Un consiglio non richiesto: nella sua prossima avventura vada da solo. Anche perché quello che può sembrare un nume tutelare, in realtà si è rivelato un boomerang. È vero che i due in coppia avevano funzionato bene a Catania (doppia semifinale playoff), ma Argurio sei anni fa aveva fatto benissimo con il club peloritano (settimo posto con un budget risicato) come in Croazia all'Hajduk prima di tornare in Sicilia. Impossibile per chi è cresciuto con il Messina nel cuore dire di no alla squadra della sua città, anche se Argurio aveva ricevuto proposte anche più allettanti. I conflitti tra Lo Monaco e Sciotto hanno finito per schiacciare tra due fuochi il dirigente siciliano, che aveva dovuto lavorare in estate anche in funzione del minutaggio. Linea societaria mollata dal Messina da fine gennaio: d'altronde se ti vuoi salvare, devi puntare su giocatori rodati ed esperti. Non a caso i rinforzi last minute operati dal suo successore Pitino vanno in quella direzione (Rizzo, Statella e Piovaccari). Il classico usato sicuro. Ad Argurio resta la consolazione di vedere il Messina finalmente protagonista con 8-9 undicesimi in campo dei giocatori presi e scelti da lui. Il segnale di come le basi fossero interessanti, peccato che il clima di alta tensione avesse avvelenato tutto. La lezione gli servirà e siamo convinti che lo rivedremo presto in pista, anche se il rammarico di aver sfiorato a gennaio colpi come Kragl, Baraye e Sbraga, poi sfumati dopo la rottura Lo Monaco-Sciotto e la conseguente decisione di dimettersi, rimarrà nell'ex scout della Juventus. A proposito il nuovo corso messinese ha completato il repulisti dei giocatori considerati "vicini" all'ex dg del Catania, mettendo fuori rosa Fusco e Di Stefano anche se proprio l'artefice principale della rinascita giallorossa, ovvero mister Ezio Raciti è una creatura di Lo Monaco così come il suo vice e tattico Daniele Cinelli era stato portato sull'isola da Argurio. Un lascito interessate da cui ripartire insieme al tesoretto Goncalves (di proprietà) che permetterà ai siciliani di realizzare una succosa plusvalenza.
Una curiosità passata mediaticamente inosservata: a Seregno dopo il caos dei mesi scorsi sono spariti tutti i protagonisti della vicenda. Da Ninni Corda a Davide Erba passando per il portiere Ermanno Fumagalli ai principali calciatori della formazione biancoblu come capitan Martino Borghese e il centravanti Jacopo Cernigoi. Per motivi e sentiment differenti ma è scattato il fuggi fuggi generale. Una vera e propria diaspora che non promette nulla di buono, tanto che in città i tifosi temono possa essere il preludio a un destino fatale a fine stagione. Sarà davvero così? Lo scopriremo presto, questione di qualche settimana. Dal sogno playoff all’obiettivo salvezza il passo è stato molto breve. Intanto è calato il silenzio sulle vicende di cronaca dei mesi scorsi: chissà se davvero tutti i protagonisti (non soltanto Erba e Corda...) arriveranno in tribunale come dichiarato/minacciato o se invece sarà stato il più classico dei "tanto rumore per nulla"? Ai posteri l'ardua sentenza...
Restando in Lombardia a pochi chilometri di distanza c'è una favola che merita di essere raccontata. Quella del San Giuliano arrampicatosi in pochi anni dalla Seconda Categoria alla vetta della Serie D. Nel mirino il salto nei professionisti con vista sulla Serie B da raggiungere in un biennio. Quattro anni fa quando il patron Giovanni Luce aveva parlato di obiettivo Serie C era stato accolto da sorrisi di circostanza. In molti ridevano e lo consideravano un visionario. Altri un illuso. E invece tutto ciò potrebbe presto diventare realtà grazie al deus ex machina Andrea Luce che non ha sbagliato una mossa. Sul campo la squadra allenata da Andrea Ciceri (ex fantasista di Pavia e Fanfulla) continua la propria scalata, ma a impressionare è ciò che accade fuori dal rettangolo verde. In arrivo nella prossima stagione la Mizuno come sponsor tecnico e lo stadio Virgilio Oleotti di Melegnano dove giocherebbero in C è pronto a essere ristrutturato. Certe "Luci" sono pronte a brillare sempre più forti nel panorama calcistico italiano...
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