IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA - L'ARTE ISTRIONICA DI PIERO CAMILLI

16.09.2018 00:00 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Piero Camilli
TMW/TuttoC.com
Piero Camilli
© foto di Federico Gaetano

E' mercoledì 12 settembre. Manca pochissimo alla compilazione dei calendari di Serie C dopo che nella serata precedente è stata finalmente svelata la composizione dei gironi. E in redazione arriva un comunicato bomba da parte della Viterbese e del suo patron Piero Camilli: "Abbiamo nell’arco di 300 chilometri 15 squadre e siamo stati collocati in un girone in cui la nostra società, che è ai confini con la Toscana, è costretta a sobbarcarsi trasferte di 1240 chilometri di media, con tutte le conseguenze a livello economico e logistico" scrive il club laziale, che però non si ferma lì: "Contestiamo in toto la composizione dei gironi e chiediamo che vengano rimodulati evitando penalizzazioni economico-logistiche alla nostra società. In caso contrario, comunichiamo fin da ora la nostra ferma e irrevocabile intenzione a non partecipare al campionato di Lega Pro, liberando immediatamente atleti e staff nel numero di 43 elementi". 

Se qualcuno pensa ad una boutade di quello che da anni è conosciuto come un personaggio istrionico, si deve ricredere visto che nei giorni successivi la volontà di Camilli viene ribadita in tutte le salse: "I giocatori da domenica sono liberi, tornano giovedì. Se non mi diverto più e devo essere oggetto di questo schifo, io smetto" afferma ai colleghi di Gianlucadimarzio.com, "Denuncio Gravina e il suo Consiglio" aggiunge ai colleghi de La Gazzetta dello Sport. Tanto che nella serata di giovedì i giocatori gialloblù hanno un incontro con i rappresentati dell'AIC per capire come muoversi e tutelarsi.

Inevitabile la risposta della Lega Pro. Prima per bocca del segretario Ghirelli a TMW: "Vige il criterio della latitudine. In questo senso se c'è un errore se la prendano con me", poi con una nota ufficiale che rende ancora più grottesca la situazione visto che si sottolinea una dichiarazione dello stesso Camilli a TMW: "Ma io a giocare vado pure in Africa, mi basta ci sia regolarità“. E La Lega Pro controbatte: "Per regolarità si deve intendere il rispetto dei requisiti per l’accesso del Bari Calcio in serie C" che appunto era stata contestata dalla Viterbese insieme agli altri club del Sud che temevano l'inserimento nel C dei Galletti.



Nessun passo indietro comunque per Camilli che continua sulla sua linea: "Ho già avvertito la Questura comunicando che al Rocchi la gara contro la Sicula Leonzio non verrà disputata" dichiara a Il Messaggero, mentre al Corriere dello Sport rincara: "Faranno fuori una società che è sempre stata tra le più corrette nei bilanci e nelle iscrizioni, mentre girano fideiussioni che non mi sembrano tanto regolari. Avevo avvertito una brutta aria che tirava e, tre giorni prima dei calendari, ho diffidato la Lega a operare in maniera oculata, tenendo in considerazione le nostre giuste esigenze. Eppoi leggo delle siciliane che volevano andare al nord, ma la Reggina non ha voluto: e chi è la Reggina? Suvvia, siamo seri: è evidente che dopo i mancati ripescaggi in B doveva essere rimescolato tutto, perché era cambiata enormemente la realtà geografica. Loro facciano quello che vogliono, io, intanto, martedì prossimo non gioco!".

Personaggio istrionico - dicevamo - Camilli: il suo ingresso nel mondo del calcio risale agli anni Novanta con la Castrense, con cui ottiene 4 promozioni dalla Seconda Categoria alla Serie D, ma anche la vittoria della Coppa Italia Serie D. Poi negli anni Duemila il passaggio al Grosseto, con cui in sette anni riesce a passare dalla Serie D alla Serie B, mettendo in bacheca anche una Supercoppa di Serie C. Il suo nome viene però associato dalla Procura Federale anche ad un illecito sportivo riguardante una gara della stagione 2010/11, Ancona-Grosseto nello specifico. Dopo essere stato condannato in primo grado, Camilli viene però prosciolto al grado successivo. La sua esperienza nel Grosseto termina nel 2015, quando il buon Piero decide di non iscrivere la squadra al successivo campionato di Lega Pro, consegnandola nelle mani del sindaco Bonifazi. Intanto, nel 2013, diventa nuovo direttore e patron della Viterbese, facendola ripartire dall'Eccellenza in seguito al fallimento e creando la Viterbese Castrense, portando con sé il titolo sportivo della squadra già posseduta. 

Nel corso degli anni Camilli - emulo di Zamparini - si è inoltre guadagnato l'appellativo di "mangiallenatori": con il Grosseto è riuscito a cambiare circa 35 volte la guida tecnica in 15 stagioni. L'anno scorso a Viterbo, nonostante la squadra non sia mai andata sotto il quinto posto, ha optato per l'avvicendamento in panchina per 4 volte: ha iniziato la stagione affidando la squadra a Bertotto, per poi esonerarlo ad ottobre e sostituirlo con Nofri Onofri che non è durato che un mese, a sua volta sostituito da Sottili. Quest'ultimo a marzo è stato allontanato in favore di Giannichedda che però ha guidato la squadra per soli dieci giorni, decidendo poi per la risoluzione consensuale. A quel punto è stato richiamato Sottili, che ha poi traghettato la Viterbese ai playoff, perdendo solo ai quarti di finale contro il Südtirol e arrivando fino in finale di Coppa Italia Serie C.

In attesa di capire se martedì i propositi battaglieri troveranno riscontro nella realtà, una cosa resta certa: in redazione, grazie a Camilli, non ci si annoia mai.