Classifiche stravolte, decisioni a tavolino: BASTA! Messina, non farti del male da solo dopo un grande girone di ritorno
TMW/TuttoC.com
Una triste consuetudine a cui facciamo fatica ad abituarci, un malcostume tutto italiano che fa perdere credibilità allo sport e che allontana i tifosi dagli stadi. Nulla contro le autorità competenti che fanno il proprio dovere e che hanno bisogno di un tempo fisiologico per portare a termine le indagini, ci mancherebbe, ma siamo veramente stanchi di scrivere ogni anno, di questi periodi, le stesse cose. Un malinconico copia e incolla con un copione praticamente identico: neanche il tempo di comporre le griglie playoff e playout che un altro, ennesimo terremoto stravolge il mondo del calcio e, nello specifico, il torneo di Lega Pro. La notizia di oggi è di quelle clamorose, da brividi. L'Imolese, che aveva evitato la retrocessione diretta dopo un testa a testa estenuante con il Montevarchi, becca 4 punti di penalizzazione e, in virtù dell'ampio distacco dalla Vis Pesaro, si ritrova in serie D senza possibilità di disputare gli spareggi. Incredibile. Considerando che ci saranno ricorsi, contro-ricorsi e minacce di rivolgersi all'autorità giudiziaria, lo scenario è presto descritto: ci saranno squadre che continueranno ad allenarsi, altre che ordineranno il rompete le righe e si godranno le vacanze, altre ancora che malediranno gli investimenti fatti nel mercato di gennaio perchè, con questi risvolti, si sarebbero salvate lo stesso. Enorme punto interrogativo anche nel girone C, con la Viterbese che preannuncia battaglia e che rientrerebbe incredibilmente in gioco se le venissero restituiti i due punti tolti qualche settimana fa, ma anche al Monterosi quintultimo potrebbe toccare lo stesso destino. Un caos totale, dunque. A cui aggiungere le difficoltà economiche del Siena e il conseguente rinvio dei playoff e il presunto caso Pergolettese-Triestina che ha rianimato un Piacenza che non vuol rassegnarsi al salto all'indietro. Si dice che la vittoria degli alabardati sia stata facilitata da comportamenti illeciti, in realtà i biancorossi si sono già dichiarati increduli ed esterrefatti e proseguono la preparazione con vista playout. Per la serie "come rovinare un campionato che è stato entusiasmante in tutti e tre i gironi". Non ci stancheremo mai di dire che la giustizia sportiva deve avere tempistiche diverse, che al momento dell'iscrizione al campionato devono essere fornite garanzie più durature, che vadano oltre la fideiussione o il pagamento degli stipendi fino al 30 giugno precedente. La serie C è professionismo a tutti gli effetti, ci vuole rispetto per chi va allo stadio e crede ancora che classifiche e risultati dipendano dal manto erboso e non dalle sentenze dei giudici. Ma purtroppo accade, da tanto tempo, a tutti i livelli. In A che una Lazio indagata per presunte plusvalenze che risalgono a 5 anni fa, la Juventus viene penalizzata di 15 punti, poi le vengono restituiti e forse potrebbe perderne altri ancora, con lotta Champions palesemente falsata. E ancora. Calendari che slittano "causa festeggiamenti", restrizioni negli stadi pur con l'introduzione della tessera del tifoso, polemiche arbitrali infinite al netto dell'introduzione del VAR e calciatori che vengono squalificati per aver subito insulti di stampo razzista per poi essere graziati dalla Federazione. Tuttavia meno intollerante se il tipo di razzismo non riguarda solo il colore della pelle. Davvero tutto molto, ma molto triste e qualunque tipo di riflessione viene stroncata sul nascere dalla paura che, tra un anno, due o tre saremo qui, a fine aprile, a dire esattamente le stesse cose e a dover leggere graduatorie diverse e sentenze inaspettate. I nuovi vertici della Lega Pro si riuniscano a fine anno e pensino a regole certe, innovative, intelligenti e al passo coi tempi prendendo spunto dagli errori/orrori dell'ultimo decennio. Anche a costo di far iniziare la stagione 2023-24 in ritardo.
Provando a parlare di calcio, il focus è sull'Avellino. Chi si assume la responsabilità di un'annata fallimentare? Giusto prendersela con il direttore sportivo e con la proprietà, cui spettano sempre le decisioni, ma i numeri bocciano senza appello anche l'operato del tecnico Rastelli. Nella seconda parte del girone di ritorno le ha perse quasi tutte e questo è inaccettabile per una piazza che lo ha accolto con affetto e che ora meriterebbe rispetto e anche passi indietro. Di certo c'è che il silenzio stampa è un altro schiaffo nei confronti della tifoseria. Torna invece il sereno a Messina, laddove lo staff tecnico ha fatto un passo indietro dopo aver rassegnato le proprie dimissioni a causa - pare - di alcune frasi della proprietà che avevano fatto storcere il naso a mister Raciti. Artefice, va ricordato, di un quadrimestre strepitoso che ha portato in dote 30 punti a una squadra che sembrava già retrocessa ma che ora venderà cara la pelle per mantenere la categoria. Merito anche del ds Pasquale Logiudice che ha rivoltato la rosa come un calzino affidandosi a gente del calibro di Ragusa e Kragl, cui rigore sbagliato a Taranto poteva cambiare ulteriormente la storia. Le sue lacrime, però, raccontano di una storia di grande umanità che emoziona e che ricorda che, questi calciatori visti spesso come eroi strapagati, siano invece uomini come tutti quanti noi. Evitando parole a vuoto che destabilizzano l'ambiente e rischiano di vanificare il mezzo miracolo già fatto. Ad ogni modo complimenti ancora a FeralpiSalò, Reggiana e Catanzaro, auguri di pronta risalita alle squadre retrocesse e un sincero in bocca al lupo a quelle impegnate negli spareggi per andare su o per evitare la D.
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IL PUNTO di Valeria Debbia
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