INTERVISTA TC - Campobasso, Cudini: "Abbiamo fatto un percorso importante"

05.06.2021 11:00 di  Luca Esposito  Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Campobasso, Cudini: "Abbiamo fatto un percorso importante"
TMW/TuttoC.com
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Artefice del capolavoro Campobasso, il tecnico Mirko Cudini si appresta a vivere le ultime giornate con un mix di tensione, emozione e serenità. Lui che ha sposato un progetto ambizioso e lungimirante, convinto che ci fossero i presupposti per riportare tra i professionisti una piazza prestigiosa. Ecco quanto ha dichiarato ai microfoni di TuttoC.

Come si vive quest’ultimo scorcio di campionato?

“Con la giusta serenità. Abbiamo fatto un percorso importante, ricco di soddisfazioni, in cui ci siamo consolidati con merito in vetta alla classifica. Ora dobbiamo soltanto raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato, la mentalità e la determinazione faranno la differenza”.

Quando avete capito di essere pronti per la fuga?

“Quando a Pasqua abbiamo vinto lo scontro diretto. In quel momento inconsciamente potevi anche abbassare la tensione, invece stiamo dando vita ad un finale di stagione eccellente, condito da tante vittorie. E con tutte le incognite di questa stagione non è impresa di poco conto”.

Effettivamente molti dimenticano che un allenatore convive ogni settimana con l’incubo tamponi e l’incognita Covid…

“Per fortuna arrivavamo al venerdì sempre in una condizione ottimale, ma è chiaro che l’approccio ad una stagione anomala è diverso dal solito. Già il lunedì capitava di percepire che l’avversario di turno potesse avere dei problemi, il segreto era prepararci come nulla fosse e con la testa rivolta ai 90 minuti della domenica. Non una cosa semplice, intendiamoci, ma alla lunga impari a conviverci e ti concentri unicamente su te stesso. Gli stop lunghi, di 10-15 giorni, incidono e tanto. Ma purtroppo la pandemia ha creato problemi a tutti e lo sport non poteva essere esente da stravolgimenti”.

E poi avete perso l’appoggio della gente…

“E’ vero, rispetto ad altre piazze meno numerose a noi è mancato il dodicesimo uomo. Con questi risultati avremmo avuto dalla nostra parte tantissima gente e, per gli avversari, non sarebbe stato semplice approcciare al match con la bolgia di 5mila spettatori. E’ chiaro che venivano da noi con meno apprensione. Siamo primi e  può sembrare una esagerazione, ma il fattore casa a Campobasso incide tantissimo ed è venuta meno una componente determinante. Speriamo di riabbracciarli a breve, magari in una categoria superiore”.

Aver avuto in carriera tanti bravi allenatori quanto ha influito sulla sua crescita da tecnico?

“Tanto. Mi ispiro molto a Delio Rossi per il suo sistema di gioco offensivo, ho cercato di trarre insegnamento anche da Ventura. Forse quello in cui mi rivedo di più, per mentalità e fase difensiva, è Giampaolo. Un calciatore che ha voglia di diventare allenatore cerca di rubare con lo sguardo i trucchi del mestiere”.

Lei pratica un calcio offensivo, però da ex difensore riesce a dare equilibrio alle squadre…

“Riflessione corretta. Ho appreso da Delio Rossi che, a Salerno, aveva una mentalità volta all’attacco. Però ci metto qualcosa di mio e credo di aver fatto il giusto mix. Ho abbinato diverse correnti di pensiero per dare una fisionomia ben precisa al Campobasso”.

E’ presto per parlare di futuro? Ci sono allenatori che vincono e vanno via, altri che puntano ad aprire un ciclo. Da che parte sta?

“Effettivamente ci sono colleghi che, ottenuto un successo, per tanti motivi ritengono che il ciclo sia finito e magari ripartono altrove. Quando sono arrivato qui sapevo che ci fossero i presupposti per il grande salto tra i professionisti. L’anno scorso siamo stati fermati dalla pandemia, ora siamo a pochi punti dal traguardo e ci concentriamo esclusivamente sul presente. Restare per ben figurare in una Lega Pro ottenuta sul campo a suon di vittorie sarebbe assolutamente stimolante, questo è un ambiente di livello che consente di crescere e di lavorare bene”.