Lucchese, il coro dei ragazzi che non può lasciare indifferenti
13.06.2019 06.00 di Claudia Marrone
Contro tutto e contro tutti. Contro un'amministrazione comunale a lungo indifferente, contro chi ha ceduto la società ai primi avventurieri, contro gli stessi avventurieri, contro il destino che li voleva già morti: la Lucchese sul campo si è salvata.
Nonostante 25 punti di penalizzazione, nonostante con quei punti sarebbero potuti essere playoff e non playout.
Ma i ragazzi di mister Favarin hanno dimostrato che sono duri a morire. Anche se adesso la palle, quella decisiva, spetterà alla società: entro il 24 giugno ogni cosa sarà certa. A ora, di certo, c'è che i ragazzi hanno scritto la storia, lanciando poi, attraverso i social, il proprio pensiero.
Un’avventura durata 9 mesi, come le ore di viaggio che seperano Lucca da Bisceglie. Una squadra, una tifoseria, una città rossonera che sognano la salvezza. Un traguardo probabilmente inpensabile qualche mese fa a causa della situazione societaria che ha investito la Lucchese in questa stagione. Stipendi e fornitori non pagati, 25 punti di penalizzazione in classifica, nessuna società alle spalle, assenza di magazzinieri, acqua fredda al campo, taglio delle utenze e chi più ne ha più ne metta. Poi abbiamo deciso ti tirare fuori le palle, di prenderci le nostre responsabilità. Abbiamo fatto un patto tra di noi per trasformare gli ostacoli in opportunità e scrivere un pezzo di storia della Lucchese. Ognuno di noi ha dovuto fare qualcosa in più per rendere possibile tutto questo: la segretaria e l'addetto al marketing che diventano team manager e magazziniere, i fisioterapisti che hanno svolto il loro lavoro gratuitamente con dedizione e professionalità, noi giocatori che ci siamo trasformati in giardinieri e manutentori. I tifosi che diventano fornitori e primi sponsor del club così da permetterci di disputare sia le partite in casa che quelle in trasferta. Così è cresciuto giorno dopo giorno il grande entusiasmo e orgoglio rossonero che si è manifestato con il Porta Elisa pieno e 500 tifosi al seguito della squadra nelle trasferte. Che GIOIA. La squadra inizia a crederci, i tifosi piangono di felicità sugli spalti per le vittorie. All’ultimo respiro otteniamo i playout, che hanno il sapore di grande speranza per tutti. Infine vinciamo questi spareggi al cardiopalma attraverso la "lotteria" dei rigori. Chiudiamo la stagione con pianti liberatori, per scaricare la tensione accumulata in questi mesi, e con i festeggiamenti di rito. Per tutti noi e per i nostri tifosi avevamo il dovere di portare a termine questa impresa. Anche in memoria di tutti i tifosi rossoneri che ci hanno lasciati e che non sono più con noi, in modo particolare la giovane Sara che è riuscita a farci sentire la sua presenza ed esserci accanto soprattutto in questa ultima partita decisiva. Il calcio è uno sport di squadra, di passione, di amore, di dedizione e di tanti sacrifici. ⬇️⬇️⬇️⬇
Un post condiviso da Mattia Lombardo (@mattialombardo_6) in data: 9 Giu 2019 alle ore 10:20 PDT