Il fatto della settimana - Triestina, Pescara, Pro Sesto e non solo: quando la contestazione corre sul filo

25.02.2024 00:00 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Il fatto della settimana - Triestina, Pescara, Pro Sesto e non solo: quando la contestazione corre sul filo
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Una settimana ad alta tensione per alcuni club di Serie C che hanno visto montare la rabbia dei propri tifosi per risultati non confortanti e scelte societarie. Si è partiti già domenica sera da Trieste: dopo l'esonero, il nono risultato negativo stagione degli alabardati (usciti sconfitti a Lumezzane con tre gol al passivo) e la prova del tutto priva di mordente ha scatenato le ire dei trenta tifosi al seguito della formazione di Roberto Bordin. Accesa contestazione dei tifosi presenti che richiedono a gran voce un cambio di passo dopo le ultime prestazioni ma soprattutto il ritorno in panchina di Attilio Tesser.

Ma anche a Pescara, dopo il 4-0 di Pesaro, culmine di un tris di pesanti passi falsi consecutivi, la situazione si è fatta oscura con i tifosi che non le hanno mandate a dire. Una vera e propria escalation quella vissuta dal Delfino: prima i cori allo stadio, poi gli striscioni in vari punti della città, specialmente in zona stadio, poi atti vandalici allo stadio comunale di Silvi Marina, dove la squadra si allena, prontamente rimossi dai custodi prima della rifinitura dei calciatori e ancora nuove scritte offensive, in particolare nei confronti del presidente Daniele Sebastiani invitato a farsi da parte, sulle mura del palazzo che ospita gli uffici della società. Infine un duro comunicato della Curva Nord Marco Mazza, sempre ai danni del numero uno biancazzurro: “Basta, ora se ne deve andare il prima possibile. Il peggior presidente della storia della Pescara calcio...al giorno d’oggi Daniele Sebastiani”. “Siamo stufi delle sue continue menzogne e prese in giro, dei deliri suoi di onnipotenza e delle sue esternazioni al limite del ridicolo - si legge ancora nel comunicato - E lo faremo restando fuori per tutto il primo tempo ed entrando solo nel secondo. Mostreremo cosa vuol dire lo Stadio Adriatico senza di Noi, senza il popolo biancazzurro, senza coloro che veramente hanno a cuore la maglia biancazzurra. E questo sarà soltanto il primo passo”. E anche nel pomeriggio di sabato, prima della sfida contro la Lucchese, i tifosi si sono ritrovati fuori dalla Curva Nord per contestare Sebastiani e la sua gestione.

Non se la passano meglio dalle parti di Sesto San Giovanni, dove la Pro Sesto affonda sempre di più. E dopo la sconfitta casalinga nel recupero contro il fanalino di coda Alessandria è scattata appunto anche la contestazione durissima della tifoseria biancoceleste nei confronti della proprietà, in particolar modo contro il patron Mauro Ferrero e il direttore sportivo Gianni Califano, invitati dai tifosi a togliere il disturbo. Non è rimasto, però, in silenzio l'amministratore delegato che ha replicato alla Curva Porro con una nota, che lascia spazio ad un eventuale disimpegno: "Con grande amarezza prendo atto della violenta contestazione e della pesante atmosfera di ostilità nei confronti della mia persona. Annoto la forte volontà della curva che più rappresenta il tifo della Pro Sesto. Evidentemente il lavoro di questi anni finalizzato esclusivamente al bene del movimento non è stato apprezzato. Mi attiverò nel più breve tempo possibile per venire incontro al desiderio di cambiamento e sono da subito a totale disposizione per valutare proposte”.

Ha chiuso proprio nella serata di venerdì, in occasione dell'anticipo, il Pontedera: caduto per la terza volta consecutiva, di cui due tra le mura amiche del 'Mannucci', l'undici granata è stato fischiato dal proprio pubblico che ha manifestato in modo inequivocabile il proprio dissenso. Amaro il commento di mister Massimilano Canzi: "Stiamo parlando di ragazzi che hanno fatto 100 punti in un anno e mezzo, perdi 2-1 contro la seconda classifica con 68 anni in più nei primi undici. Se l'assioma è sconfitta equivale alla mancanza di impegno, non mi trova d'accordo".