Bari e seconde squadre "gratis": la multiproprietà è un problema. Abodi rischia di mettere tutti d'accordo

06.05.2024 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Bari e seconde squadre "gratis": la multiproprietà è un problema. Abodi rischia di mettere tutti d'accordo
TMW/TuttoC.com

Da direttore di TuttoC, la possibile retrocessione del Bari, che dopo aver sfiorato la Serie A sta vivendo una stagione da incubo, potrebbe anche rappresentare una buona notizia, se si pensasse alle letture che porta con sé una piazza che non dovrebbe neanche interessarsi ai risultati della Lega B. Da barese, ché finché i biancorossi sono in B si può dire senza problemi, sarebbe una notizia tristissima. Da osservatore (poco) qualificato, credo che porti con sé qualche inevitabile riflessione.

Il campionato del Bari non è casuale ed è ovvio che non sia voluto: è figlio degli errori fatti in estate, a partire dalla sopravvalutazione della rosa della stagione precedente e della sottovalutazione del lavoro di Mignani. È un dato di fatto, allo stesso tempo, che i tre migliori giocatori del Bari dell'anno scorso - Caprile, Folorunsho e Cheddira - siano partiti e che le decisioni sul loro futuro non siano state prese in Strada Torrebella ma a Napoli.

Quando il Bari fu ceduto ai De Laurentiis - e in città, visto il presente del Como, si rimpiange amaramente la poca fiducia in Djarum - scrissi "Bari provincia di Napoli". Era una provocazione, molti amici e tifosi la presero come un insulto. Qualche anno dopo, con le successive e doverose  correzioni di tiro perché la frase è risultata oggettivamente inaccettabile, lo stesso concetto lo ha espresso Aurelio De Laurentiis, definendo il Bari la "seconda squadra" del Napoli. Gratis, viene da aggiungere.

Le seconde squadre, quelle vere, sono un tema che divide i tifosi e gli addetti ai lavori. Intendiamoci: non è proprio la stessa cosa, anche solo le regole sui prestiti impediscono di considerare il Bari una squadra B degli azzurri a tutti gli effetti. Però mi chiedo cosa ne pensino le proprietà di Juventus e Atalanta, come pure del Milan che dall'anno prossimo spenderà 1,2 milioni di euro solo per l'iscrizione della seconda squadra al campionato. Il Bari in C (nessuno se lo augura, ovvio, ma in B non cambia di molto la questione) per come è andata questa stagione, oltre a rappresentare una disturbante stranezza nei rapporti tra le due principali città e piazze calcistiche del Sud d'Italia isole escluse, sarebbe anche un'anomalia rispetto alle altre. Le multiproprietà, in compenso, sono state prorogate fino al 2028. Dopo aver promesso più rigidità (e aver giustamente costretto Lotito a cedere la Salernitana dall'oggi al domani), due anni fa la FIGC ha fatto a tutti gli effetti un balzo indietro. In estrema sintesi, penso che sia un errore e che sia un tema da affrontare nuovamente.

Quanto alla politica sportiva, tra la stessa Federcalcio e il Governo sta succedendo qualcosa che certifica come le riforme, se sono solo promesse e non diventano concrete, rischiano di essere imposte da qualcun altro. Abodi, il Ministro dello Sport a cui dovrebbe rispondere la futura agenzia governativa con potere decisionale sulle iscrizioni al campionato, sta riuscendo in un piccolo capolavoro: da potrebbe mettere d'accordo Gravina, Casini, Balata e via dicendo. Non elenchiamo il presidente della "nostra" Lega, Marani, perché a oggi ci risulta tra i pochi ad avere buoni rapporti con tutti gli altri, nonostante le inevitabili divergenze nelle vedute. Sembrava una missione impossibile, chissà cosa succederà. La manovra dell'esecutivo, in ogni caso, è di quelle potenzialmente pericolose: FIFA e UEFA sono già sul piede di guerra con la Spagna per le ingerenze della politica nello sport, è un tema che anche il Comitato Olimpico Internazionale prende con grandissima serietà.