Giochi del Mediterraneo: il Taranto calcio lasciato solo e costretto ad emigrare per poter giocare

Già Vicepresidente Vicario di Lega Pro, oggi tornato a scrivere di economia e politica dello sport.
26.02.2024 00:00 di  Marcel Vulpis  Twitter:    vedi letture
Giochi del Mediterraneo: il Taranto calcio lasciato solo e costretto ad emigrare per poter giocare
TMW/TuttoC.com
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C'è un club di Lega Pro, che, da diversi anni, senza fondi arabi o magnati stranieri, cerca di fare orgogliosamente calcio al Sud, facendo divertire/sognare la propria tifoseria, con le sole forze economiche di un imprenditore locale. 

Tra l'altro, da diverse settimane, è nella parte alta del Girone "C" della Serie C. Parliamo del Taranto calcio del presidente Massimo Giove. È a soli 3 punti dal secondo posto (dove si trova provvisoriamente l'AZ Picerno) e punta, fino all'ultimo, a fare un grande campionato (con l'occhio già rivolto alla fase play-off) grazie anche alle idee del suo tecnico, l'istrionico Eziolino Capuano. Il Taranto, è bene ricordarlo, ha una fan base che solo piazze "big" come Catania (affrontato, tra l'altro, ieri in casa), Crotone, Avellino o Foggia, possono permettersi. 

Pur tuttavia il povero Taranto, pur essendo uno dei 60 associati della Lega Pro, è da solo in una battaglia impari. I rossoblù giocano da sempre all'Erasmo Iacovone, ma, quest'anno, è successo di tutto (come l'incendio nella curva degli ospiti, durante il match contro il Foggia, che ha reso inagibile l'impianto per diverse settimane) e in più, adesso, c'è all'orizzonte l'ombra ingombrante dei Giochi del Mediterraneo (2026). Teoricamente il club, per due stagioni, dovrebbe giocare sempre in trasferta con un chiaro danno economico per la società e un forte disagio per i tifosi, costretti, tra l'altro, a spendere soldi per seguire la loro squadra del cuore. Si aggiunga che tra Massimo Giove e Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto) non c'è mai stato feeling. È anche vero però che le istituzioni sportive non si sono mai recate a Taranto per risolvere la questione che rimbalza sui tavoli istituzionali da oltre un anno. Come se poi il Taranto fosse il "figlio di un dio minore". 

Nel frattempo la querelle si è incancrenita e se da un lato il primo cittadino trionfalmente parla di obiettivo raggiunto (ovvero far giocare il Taranto al "Fanuzzi" di Brindisi) lo stesso non racconta che le due tifoserie non sono mai state amiche. Pertanto nè i rossoblu andranno mai a tifare all'interno della curva del Brindisi (attualmente ultimo nel girone C), nè i supporter brindisini permetterebbero mai ai tarantini di prendere posto nella loro curva. Quindi si configura di fatto un potenziale problema di ordine pubblico. 

Alla fine a perderci (oltre ai tifosi) sarà solo il presidente Giove che, nella migliore delle ipotesi, dovrà rinunciare a potenziali ricavi da botteghino per colpa di una politica locale che non sta gestendo al meglio la carta dei Giochi del Mediterraneo. Inizialmente si era parlato di far giocare il Taranto allo Iacovone chiudendo gradualmente un settore per volta. Anche in questo caso sarebbe stata una sconfitta, ma, sicuramente, poteva essere digerita meglio. Questi lavori invece non sono mai partiti e adesso al Taranto toccherà "emigrare", per due anni, suo malgrado, in un altro territorio (non amico). Una storia tutta tipicamente italiana!