INTERVISTA TC - Di Cintio: "Stipendi da non pagare? Ecco la situazione"

01.04.2020 07:30 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Di Cintio: "Stipendi da non pagare? Ecco la situazione"
TMW/TuttoC.com
© foto di Federico De Luca

Una lunga  – e dettagliata – analisi per capire cosa sta accadendo al pallone nostrano. E cosa accadrà, soprattutto in Lega Pro. TuttoC.com, a tal proposito, ha intervistato l'avvocato Cesare Di Cintio, tra i più esperti legali nel campo del diritto sportivo.

Esiste ancora la possibilità di riprendere a giocare? Oppure la stagione è finita?
"Esprimo ovviamente una mia personalissima opinione: la priorità in questo momento è quella di salvaguardare la salute pubblica e, successivamente, salvare l'economia del Paese da cui dipende anche lo sport. Gli imprenditori in questo momento, in maggioranza, vedono le loro aziende chiuse e i dipendenti in cassa integrazione e per molti di loro l'ultimo dei pensieri è quello di riprendere a giocare. Per altro verso sarebbe anche antieconomico il ritorno in campo in categorie come la Serie C. Lo sport in questo senso non esser un problema per l'imprenditoria ma un bene da preservare che, tuttavia, non metta in difficoltà quelle stesse aziende che sino a un mese fa hanno consentito a tutte le squadre di allietare i nostri fine settimana.
Io penso che l'ultima parola spetti sul punto, comunque, ai Presidenti".

Perché in serie A si sta cercando di arrivare a tutti i costi alla fine della competizione?
"Credo sia necessario distinguere i discorsi che vengono sviluppati in Serie A da tutto il resto del sistema calcio che, ovviamente, non può contare sugli introiti derivanti dal partecipare a uno dei massimi campionati Europei. Questo è il motivo per cui in Serie A, come nelle massime leghe europee, si sta cercando di salvare la competizione. La scriminante è, ovviamente, il differente fatturato di un club di serie A rispetto uno di Serie B ,o peggio ancora, di Serie C.
Eppure anche nel caso della Serie A, ad un certo punto, ove il blocco dovesse prolungarsi per molto tempo, sarà necessario effettuare una analisi costi/benefici con riferimento alla opportunità di "sacrificare" la stagione in corso a favore della prossima".

Promozioni e retrocessioni. Come possono essere gestite? Si profila la possibilità di rivivere un’estate caldissima, con i club che potrebbero rivolgersi ai tribunali.  
"Il tema è delicato. A tal proposito bisogna sottolineare come non esista una norma che disciplini il caso di " interruzione" della competizione per causa di forza maggiore, motivo per cui ogni decisione che verrà assunta nasconderà delle insidie. È chiaro che il Consiglio Federale sarà chiamato ad assumere una delibera non semplice da un punto di vista giuridico. Di tutte le soluzione prospettate in punto di promozioni e retrocessioni, fatte salve le varie problematiche legali da risolvere,  a me non dispiace quella di cristallizzare le classifiche maturate fino alla data di interruzione del campionato, salvaguardando le promozioni e, contestualmente, bloccando le retrocessioni.
In tal caso il rischio di contenziosi, che potrebbero riverberarsi sulla prossima stagione sarebbe ridotta al minimo, con la conseguenza che, almeno i serie C, i numeri delle partecipanti possa comunque essere contenuto nelle 60 unità date le notevoli difficoltà cui potrebbero incorrere molti club per ottenere la licenza nazionale".

Capitolo stipendi: le società possono permettersi di non pagarli? E i tagli degli stipendi possono essere praticabili in tutte le categorie professionistiche? 
"Nel caso in cui le competizioni si dovessero interrompere, oppure dovessero essere ridisegnate, con un impegno inferiore per i giocatori, allora si verificherebbe l'ipotesi di impossibilità sopravvenuta, totale o parziale, della prestazione che non è contemplata dagli accordi collettivi.
È evidente che se, da un lato, l'impossibilità della prestazione non potrà esser addebitabile al calciatore, dall'altro, è legittimo domandarsi se la società sarà comunque tenuta al pagamento per intero gli emolumenti originariamente concordati.
Vero è che tale fattispecie è disciplinata dall'art. 1256 cc - rubricato "impossibilità definitiva e impossibilità temporanea"- ma è altrettanto vero che per sancirne l'ingresso nel mondo del calcio sarebbe necessario un pronunciamento "giudiziale" da parte dei collegi arbitrali. Il limite, in tale contesto, però sarebbe rappresentato dal fatto che ogni singola decisione produrrebbe efficacia per il singolo caso e non per l'intero sistema.  Da ciò discenderebbe la possibile moltiplicazione dei contenziosi che avrebbe come ulteriore corollario quello di poter incorrere in valutazioni difformi per la medesima fattispecie: tot capita tot sententie dicevano i latini.
Per tale motivo ritengo che l'accordo con le associazioni di categoria sia auspicabile".

La crisi potrà portare a un cambio format repentino? Gravina spinge per una C d’élite a 20 squadre e una serie semiprofessionista a 40.
"La crisi potrà incidere sul format dei campionati ove la FIGC decida di intervenire sul punto. Ed infatti per modificare l'Ordinamento dei Campionati il Consiglio Federale, secondo le norme in vigore, dovrebbe assume la decisione, sentite le leghe e le componenti tecniche, con votazione pari a 3/4 degli aventi diritto. Inoltre tale delibera, a norma dell'art.50 II comma noif, entrerebbe in vigore dalla stagione sportiva successiva rispetto al momento della sua adozione. Pertanto se la delibera venisse assunta nel corso di questa stagione sportiva entrerebbe in vigore per la prossima. 
Il tema del semiprofessionismo, invece, non può che passare da un intervento legislativo che vada a modificare l'attuale legge in vigore sul professionismo sportivo ovvero Legge 91/81 che, effettivamente, necessita di una revisione per essere adeguata ai tempi che corrono".