Tomei: "Un onore allenare l’Ascoli, puntiamo su un calcio propositivo e identità"

Tomei: "Un onore allenare l’Ascoli, puntiamo su un calcio propositivo e identità"TMW/TuttoC.com
giovedì 3 luglio 2025, 21:40Girone B
di Valeria Debbia

Durante la presentazione ufficiale come nuovo allenatore dell’Ascoli, Francesco Tomei ha condiviso la sua visione per la squadra, sottolineando l’importanza di un calcio propositivo e di un forte senso di appartenenza: "Mi preme soprattutto ringraziare chi mi ha scelto, sicuramente nella persona del presidente, di Andrea e del direttore. Per me è un grandissimo onore, non è una parola retorica, ma è veramente una sensazione bella per un motivo molto semplice, perché non sto io a dire cosa è Ascoli calcisticamente, io poi sono anche vicino e quindi conosco le dinamiche, la realtà, conosco l’attaccamento e la passione che ci sono per questi colori. Quindi per me in primis è un grandissimo onore dare la mia disponibilità e soprattutto essere al centro di una cosa molto bella per me che, concedetemi la parola, è un po’ una rinascita, è un po’ una ripartenza. Quindi essere stati scelti sotto questo punto di vista è stata una cosa che mi ha subito colpito. Infatti, quando ci siamo visti con la proprietà e col direttore è stata una chiacchierata molto rilassata, molto serena, parlando di calcio, non parlando di altre cose, ma sia dal tecnico che della gestione che dal motivo per cui si fa il calcio che spesso viene dimenticato, e quindi è stata una cosa molto naturale, quindi per me, ripeto, è veramente un grandissimo onore dare la mia disponibilità e cercare di aiutare la città, la proprietà, i tifosi, tutti, nel riportare la cosa più importante, che è la voglia di andare allo stadio, l’entusiasmo di vedere una partita. Abbiamo sotto gli occhi di tutti anche esempi positivi, perché poi spesso si parla di esempi negativi, ma io non sono né un disfattista e non mi piace soprattutto essere un negativo. Mi piace. Io ho avuto la fortuna in questo momento di vivere una città che è tornata, ha vinto un campionato, e ho visto, ho avuto il piacere di vedere famiglie che andavano allo stadio, bambini. Quelle sono le cose che sono importanti per riportare il calcio al centro del progetto, perché poi fondamentalmente, da quando siamo bambini, si chiama gioco nel calcio ed è giusto che, con le dovute proporzioni, con le dovute attenzioni, rimanga un gioco che poi sicuramente, quando diventa partita e diventa competizione, è normale che poi tutti cercano di fare il proprio meglio ed è quello che ci auguriamo”.

Sull’idea tattica per l’Ascoli: “Sicuramente la solidità di una squadra è importante, ma la solidità di una squadra si ottiene, secondo me, in due modi: sicuramente quando non si ha la palla, ma soprattutto cercare di avere la palla il più possibile, perché quando si ha la palla il più possibile, fondamentalmente, è difficile che ti fanno gol. Quindi la filosofia di base, i principi di base sono quelli di cercare di dominare una partita, di avere il più possibile il timing della partita e quindi gestire, al di là dei sistemi di gioco, la cosa più importante è che la squadra abbia una grande personalità nel gestire, ripeto, la partita tramite un possesso palla importante, perché tu hai fatto giustamente riferimento alla difesa, ma siamo arrivati a quei numeri per un motivo molto semplice, ripeto, perché siamo stati anche i migliori tra tutti e tre gironi come possesso palla e, ripeto, quando tu hai la palla difficilmente rischi di prendere gol. Quindi, diciamo, la base, i principi fondamentali sono quelli di cercare di gestire la partita tramite queste dinamiche. Poi i sistemi di gioco possono variare. Si parte da un 4-2-3-1, un 4-3-3, puoi diventare a tre. Ormai i sistemi di gioco sono numeri che diventano fluidi, diventano diversi anche nella partita, quindi quelli poi sono dettagli che pian piano si vanno a curare”.

Sul legame con Eusebio Di Francesco: Prima di tutto io ho avuto una grande fortuna di lavorare con Eusebio, perché noi abbiamo anche una storia particolare. Siamo cresciuti nella stessa via, abbiamo giocato a calcio, poi ci siamo rivisti, quindi è stata, tra virgolette, un viaggio di due amici che hanno condiviso una passione che è il calcio, lavorando in sintonia. Poi, come tutte le cose, è normale che ogni allenatore poi, quando prende la propria strada, ha le proprie idee, è il proprio, però l’esperienza che ho maturato negli anni, anche fortunatamente dai ragazzini, perché noi siamo partiti dai ragazzini per poi fare tutte le categorie, perché abbiamo avuto la fortuna e ho avuto la fortuna di gestire tutte le categorie dalla C, la B, a salvarsi, Europa League, Champions League. Quindi alla fine è stata questa la cosa più importante, soprattutto il bagaglio di esperienza che mi aiuta adesso nel mio percorso individuale, perché poi ogni allenatore giustamente ha le proprie idee, ha il proprio modo di allenare, questo è naturale, ma, ripeto, il prima è stato un grandissimo bagaglio di esperienza che mi aiuta a tutt’ora nel gestire le situazioni anche al di là del campo, a livello di gestione di uno spogliatoio, a livello di gestione dei media, a livello di gestione anche di una piazza importante come quella di Ascoli, perché avendo fatto anche fortunatamente delle esperienze in situazioni e in posti molto importanti, ti aiuta questo nella crescita e nel valutare le dinamiche e il tuo approccio”.

Sul lavoro con i giovani e la filosofia di Distretti Sport: Sicuramente l’aspetto del ragazzo un po’ più giovane aiuta sotto l’aspetto dell’entusiasmo, sotto l’aspetto della disponibilità, sotto anche l’aspetto, tra virgolette, dell’incoraggiamento, perché un giovane giustamente va accompagnato, va cresciuto, va incoraggiato. La contraddizione nasce un po’ quando poi nel nostro sistema giustamente poi alla fine c’è una realtà. La realtà è la domenica, la realtà è la partita, tutti vogliamo vincere, perché questo è normale, la competizione è bella per questo motivo, però, secondo me, poi come si vince e come si raggiungono i risultati e questa è una valutazione che va fatta e sicuramente abbiamo sotto gli occhi di tutti, anche a livelli importanti, esempi dove squadre giovani vincono la Champions League, dove squadre giovani dopo vincono titoli anche in ambito nazionale. Quindi sicuramente poi bisogna essere bravi a individuare quei profili che possono essere funzionali al nostro modo di lavorare. In primis io ho parlato anche con la proprietà, parlo tutti i giorni quotidianamente col direttore, sono molto attento all’aspetto umano. In che senso? Chi viene ad Ascoli, secondo me, chi viene a lavorare in questo gruppo deve volerlo in modo importante, perché deve capire di prendersi una responsabilità importante, sia giovane che sia un po’ più grandicello, non è quello il discorso, ma devono capire che vengono a lavorare in un posto dove la responsabilità è grande. Questo deve essere un aspetto importante, perché poi io sono un allenatore, una persona che al calciatore, ma all’uomo, chiedo molto in termini di sacrifici, sacrifici relativamente parlando sempre al mondo dello sport, perché poi i sacrifici nella vita reale sono altri, però devono avere quella forma mentis di mettersi a disposizione completamente per il gruppo, la squadra e quindi sicuramente io ho avuto la fortuna di gestire tanti ragazzi e posso fare un esempio che mi viene così spontaneo, spesso lo faccio, che noi abbiamo allenato, quando eravamo a Pescara, sono capitate queste, ma in tutte le nostre situazioni, prima Pescara in C, avevamo un ragazzino piccolino che giocava negli allievi e guarda, Andolo così ci siamo detti e tutti dicevano ‘Ma è piccolino, è piccolino’. E poi ha fatto una certa carriera. Capite di chi parlo? Di Marco Verratti. A Sassuolo è stata la stessa cosa. In ritiro c’avevamo un ragazzino giovane, piccolino, però calcia bene così. Vabbè, Berardi, cioè gli esempi ci sono, bisogna sicuramente poi… Certo, poi bisogno… Io sono anche, a volte mi piace anche un po’ scherzare. Se il direttore me li prende non buoni, poi non è che si può far tanto, eh, quindi alla fine la responsabilità è solamente la sua. Io certo di allenarmi, ma la responsabilità del direttore, quindi io ogni tanto mi piace, perché poi essere troppo seri non va bene. Quindi sì, sicuramente l’aspetto della gioventù è un aspetto che ci piace, che mi fa molto piacere che la proprietà vada verso questa direzione, perché io amo anche lavorare molto con i giovani”.

Sui moduli e la rosa attuale: Come sistema di base sicuramente si parte da una linea a 4 e poi, ripeto, nulla toglie che nell’evoluzione delle cose si possa anche variare giustamente la gara, i momenti della gara, però la partenza è quella lì. Per quanto riguarda la rosa, sicuramente è stata attenzionata con il direttore, facciamo le nostre valutazioni. Giustamente adesso, tra un po’, partiremo, quindi speriamo e cerchiamo di affrontare questo inizio con la massima lucidità per fare le nostre valutazioni e poi il mercato è aperto per tanto tempo, quindi sicuramente in corso d’opera, come un po’ ormai è un malcostume, ma è generale la cosa, durante il ritiro spesso si possono fare le cose che occorrono. Sì, poi Palazzino l’ho allenato l’anno scorso, è stato con me e per me è un ragazzo che ha delle ottime qualità, è un ottimo ragazzo, predisposto al lavoro e sono molto contento di ritrovarlo, perché secondo me è un giocatore che può darci una mano. Poi, avendo già lavorato con me, sicuramente sa come può aiutarmi in breve tempo”.

Sul girone B e la mentalità: Per quanto riguarda le differenze del girone, io sono 2 anni che faccio il C, che è un girone molto competitivo, che ha dinamiche ambientali diverse, perché sicuramente andare a giocare a Catania, a Benevento, ad Avellino, sono piazze che giustamente hanno la loro importanza e anche le dinamiche di gioco. Le dinamiche, più che altro, anche agonistiche sono molto importanti, però, detto questo, calcio uguale a tutte le latitudini, fondamentalmente poi dipende dal tuo approccio nei confronti di quello che vuoi fare, di quello che vuoi affrontare, quindi non c’è una grande preoccupazione su questo. Sicuramente ho visto partite dell’Ascoli, ho visto anche durante l’anno, giustamente, per lavoro si vedono tutte le partite e per me non c’è questa grande differenza, per quanto mi riguarda, ma sicuramente sarà un bel campionato, perché è un campionato duro, un campionato dove non bisogna pensare, perché uno si chiama Ascoli, di poter essere sopra gli altri, perché è un grande errore. Bisogna avere l’umiltà, ma la consapevolezza di essere una società importante, però bisogna essere molto umili nell’affrontare ogni partita, ogni avversario, perché è un campionato dove a livello mentale devi essere molto presente e quindi devi saper bene quello che devi fare, devi essere concentrato per tutti i 100 minuti della partita. Quindi, fondamentalmente, questa cosa è una cosa richiesta, è una cosa che verrà lavorata molto, perché, ripeto, grande umiltà, grandissima umiltà, rispetto per tutti, paura per nessuno, grande consapevolezza. Queste sono cose importanti”.

Sul mercato e la sintonia con la società: Sicuramente la cosa più importante è che abbiamo la stessa idea, proprietà, direttore e allenatore. Questo già è un punto di partenza importantissimo, quindi poi andare a integrare una rosa con giocatori funzionali a quello che si deve fare è molto importante. Su questo punto di vista sono molto contento e molto sereno, perché c’è massima sintonia e quindi si va alla ricerca di integrare un gruppo, di formare un gruppo con ben definite caratteristiche sia, ripeto, morali, tecniche, tattiche e tutto il resto. Quindi la sintonia è massima. Non dobbiamo avere fretta, dobbiamo essere ponderati in quello che facciamo, perché poi giustamente quando si fa una scelta non è semplice valutare il tutto, quindi bisogna essere molto attenti a quello che dobbiamo fare. Sotto questo punto di vista io sono molto sereno, perché lì quotidianamente abbiamo un confronto sotto questo punto di vista e stiamo cercando di portare in questa società gente che possa darci una grande mano”.