Gubbio, Fontana: "Gli errori fanno parte del percorso di crescita"

Alla vigilia per la delicata trasferta di domani ore 17.30 al "Sandro Cabassi" di Carpi per il Gubbio ha parlato il tecnico Gaetano Fontana nella consueta conferenza stampa pregara:

"Le condizioni della squadra mi auguro siano in miglioramento, mi spiego meglio: stavamo venendo fuori da un ciclo come tutti da tre partite in una settimana ma questo non è per tutti. Sicuramente lo è più difficile per chi lo fa con tredici giocatori a disposizione. Temevo dal punto di vista fisico la partita di Rimini, il primo tempo abbiamo pagato mentre il secondo siamo tempo andati meglio, ma alla fine della gara i ragazzi hanno finito a terra dalla stanchezza. Credevo di aver superato il fiume in piena invece abbiamo pagato contro l'Entella dove non è stata la solita squadra, forzando le giocate e vincere duelli oltre alla forza dell'avversario. Mi auguro che lo sforzo delle partite sia digerito in maniera migliore  rispetto all'ultima settimana, a questo si aggiunge il recupero di alcuni elementi che ci permette di fare rotazioni funzionali. In questo momento dovremmo mettere un pò più di fieno in cascina, voli lo sapete che ho voluto combattere la cultura degli alibi ma è altrettanto evidente che giocare con i soliti 12-13 elementi è difficile, quando questi commettono degli errori io non solo li perdono ma li porto a casa gli rimbocco le coperte prima di andare a dormire. Menomale sbagliano perchè vuol dire che sono umani e stanno facendo delle cose straordinarie". Riguardo al primo gol subito contro l'Entella ha aggiunto: "Quando c'è un errore non è soltanto di un elemento, loro hanno imparato a mio avviso riconoscere gli spazi, le pressione e i movimenti degli avversari. Quando si commettono questi errori saltano fuori i qualunquisti capaci di demonizzare qualsiasi tipo di lavoro. Non conosco un modo diverso di lavorare, soprattutto con questa squadra. Gli errori capitano a tutti, solo perchè sono giocatori non si possono permettere errori? non è un pensiero che mi appartiene. Mi hanno dato per matto quando ho detto di voler fare un certo tipo di percorso".