Renate, Giovinco: "La doppia cifra? Prima la squadra"

25.09.2020 11:50 di Francesco Moscatelli   vedi letture
Giuseppe Giovinco, Renate
TMW/TuttoC.com
Giuseppe Giovinco, Renate
© foto di Sinisa Erakovic/Foto Olimpia

Volti da conoscere: giovani, di prospettiva, determinatissimi. E poi ci sono altri volti: nuovi anch'essi, ma volti che devi per forza già aver conosciuto, se bazzichi il calcio e ti vanti di essere un profondo conoscitore della Terza serie. Giuseppe Giovinco è un nome da masticare e da non confondere all'interno di una parentela affascinante e allo stesso tempo scomoda. Perché il classe '90, nel calcio professionistico, ha sempre dimostrato di saperci stare in perfetta autonomia. Seconda punta anch'egli, dal Ravenna anch'egli (come dai giallorossi arrivò quattrordici mesi fa Galuppini: che sia di ottimo auspicio?), focalizzato sul collettivo anch'egli. Prima il Renate: e se il Renate va bene, è molto probabile che sorrida anche il tabellino del torinese che vede la stagione catanzarese (2016-17, 9 reti) quale apice sul versante realizzativo. Un dato importante, ma che non può dire tutto: alla nuova pantera numero 17 piace segnare, ma ama soprattutto far segnare.

Giuseppe Giovinco (suo tra l'altro il primo gol ufficiale del sodalizio brianzolo nella stagione appena inaugurata) all'alba di una nuova avventura: davanti al taccuino del Giornale di Carate, i perché di una scelta e gli obiettivi di una annata che alza ancora una volta l'asticella nerazzurra: "Ho scelto Renate per stare vicino alla famiglia che abita a Torino -spiega il ventinovenne- inoltre la società mi ha dimostrato di volermi fortemente e anche mister Diana è stato un incentivo a venire qui. Le prime impressioni sono molto buone, staff ed organizzazione sono di primo livello e c’è stabilità economica, aspetto difficile da trovare in questi tempi. Ho bisogno di sentire la fiducia, se mi diverto so che posso far mostrare grosse cose e credo che Renate sia il posto giusto. Il mio ruolo? Amo giostrare attorno ad una prima punta, ma so fare anche il trequartista e svariare su tutto il fronte dell’attacco. In passato purtroppo ho pagato il confronto con mio fratello: molti pensavano che bastasse chiamarsi Giovinco per avere le stesse qualità di Sebastian, forse con un altro cognome avrei fatto una carriera ancora più importante. La doppia cifra? Non è un obbiettivo, a me preme solo aiutare la squadra e ritagliarmi un ruolo importante all’interno di essa".