Pro Vc, Gardano: "Salvi grazie al tifoso Romairone. Futuro? Non sono più un allenatore"

L'1-0 contro la Pro Patria, firmato Romairone, ha regalato la salvezza alla Pro Vercelli, andando a pareggiare al ritorno il risultato dell'andata, con le Bianche Casacche che hanno potuto far valere il miglior posizionamento in classifica al termine della regular season.
È stato mister Massimo Gardano a commentare l'obiettivo raggiunto: “Dedico la salvezza a mia mamma: domenica era la festa della mamma, lunedì mi ha sgridato per la sconfitta, quindi questa è per lei. È stata una bella emozione, con lo stadio pieno. Ha segnato un ragazzo che ci tiene tantissimo, cresciuto nella Pro Vercelli, tifoso della Pro Vercelli. Non è un caso, queste cose contano. Diciannove giorni fa ho chiamato queste persone per chiedergli una mano, e nessuno ha esitato un attimo a dire ‘sì, ci sono’. Sono cose importanti”.
Il gol, poi l'infortunio a Comi, il faro della stagione, portato in ospedale, Iotti che alza bandiera bianca, e una palla salvata da Clemente sulla linea, che vale quanto un gol. Emozioni non per deboli di cuore: “La partita è stata questa. Può sembrare retorica, ma dietro questa salvezza ci sono 19 giorni di lavoro a testa bassa, di ragazzi che magari durante la stagione, non sto a sindacare il perché, sono stati poco impiegati. Si sono messi a disposizione, anche giocando solo 3-4 minuti o, come oggi, dando tutto. La soddisfazione più grande è vedere che in questi 19 giorni sono cresciuti, hanno fatto parte di un’idea che abbiamo presentato il primo giorno. Quando riesci a far lavorare le persone per un’idea, ti danno tutto. Parlo anche di chi, in queste due partite, non ha giocato un minuto, ma era dentro la squadra, partecipava. Questo ci ha portati a questo risultato”.
E sul suo futuro, il tecnico ha evidenziato: “Non sono un allenatore, non lo sono più. Questi 19 giorni mi hanno fatto capire che forse potrei ancora farlo, ma questa salvezza, come responsabile del settore giovanile, è per i 480 ragazzi che anche il prossimo anno potranno confrontarsi in campionati nazionali, in una società prestigiosa con sette scudetti. Ho ricevuto tanti messaggi dai genitori e dalle famiglie con cui ho lavorato per due anni. Questo è il regalo che i fantastici ragazzi della prima squadra hanno fatto a tutti i tesserati del settore giovanile della Pro Vercelli. In questi 19 giorni ho pensato spesso a tornare ad allenare. Ma uno stress e una tensione così sono difficili da sopportare. In un campionato non è sempre così, la domenica hai tensione, ma non è un dentro o fuori, vivi o muori. Questo è stato l’aspetto più difficile da gestire. I ragazzi vivono di emozioni, come noi. Ci sono stati momenti di euforia, addirittura eccessiva. Dopo l’andata, lunedì, al primo allenamento, non c’era abbattimento, ma un po’ di dispiacere. È stato un carico emozionale molto elevato”.
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