Lucchese, il peggio non vuole proprio morire. Cosa altro c'è da aspettarsi?

Un'esperienza sicuramente produttiva quella che i calciatori della Lucchese stanno vivendo questo anno: qualora non dovessero decollare le loro carriere calcistiche, gli stessi potranno in futuro presentare curriculum altrove come magazzinieri, poiché sono loro stessi, a turno con DS, staff tecnico, segretaria e addetto al marketing, a occuparsi del magazzino. Se qualcuno particolarmente intraprendente volesse poi dedicarsi alla cura del manto erboso, avrebbe un'ulteriore voce da apporre nel cv.
Vi fa ridere tutto questo? Doverosa una premessa: il magazziniere o il giardiniere sono lavori onesti e pertanto decorosi, non c'è da vergognarsi nello svolgerli. Ma vanno svolti se si è pagati per farli, non se si è pagati per svolgere altre mansioni.
Anche se è vero che i tesserati della Lucchese non sono pagati, quindi potrebbero pure sedersi e incrociare le braccia, in attesa del 18 marzo.
Perché quella è deadline, la data entro la quale la proprietà dovrà versare gli arretrati di stipendi e contributi (circa 250mila euro) e pagare la salata multa di 350mila euro per la mancata fideiussione, che ha portato anche a reiterate penalizzazioni che stanno logorando il lavoro di chi ha conquistato sul campo 29 punti, ma si vede adesso negato il diritto a svolgere il proprio lavoro.
C'è però un altro punto essenziale in merito a questo: di quale proprietà stiamo parlando? Non lo sappiamo neppure noi. Moriconi che continua ad aver rapporti con Roma per sbloccare i conti e permettere alla squadra il minimo della sopravvivenza? Oppure i fantomatici romani la cui identità è segreta? O altri ignori che stanno dietro tutti giocando con, come si suol dire, qualche "testa di legno"?
Difficile fare supposizioni, ma è quantomeno strano il fatto che sul club sia tornato ad aleggiare il nome di Pietro Belardelli, che da circa un anno sta cercando di acquistare la Lucchese. Queste le sue parole, rilasciate ieri a Il Tirreno: "Sono pronto a mettere risorse legate al mio lavoro in Bulgaria. Sto realizzando la trasformazione, per conto del governo di Sofia, di un aeroporto di piccole dimensioni come quello di Haskovo, 96 mila abitanti al confine con Grecia e Turchia, in uno scalo cargo per il trasporto delle merci e un centro intermodale per gli autobus. Non sono un personaggio di malaffare e non vivo di espedienti. Faccio l’imprenditore all’estero. Ma in Italia torno quando voglio perché non ho problemi con la Giustizia. Se Moriconi accetta il mio aiuto in pochi minuti riprende in mano il 98% e il 18 saldiamo tutto e proviamo a salvare la Lucchese sul campo". Da tempo si parla proprio dell'imprenditore dietro alla cordata romana, ma se così fosse viene da chiedersi perché lo stesso non si sia palesato prima: quale sotterfugio potrebbe mai esserci? Probabilmente nessuno. Ma, se così fosse, una gran mancanza di rispetto, quella si, ci sarebbe.
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