.

Zauli: "Vicenza ha saputo voltar pagina. Perugia come la Fiorentina in A"

di Valeria Debbia
Lamberto Zauli

Lamberto Zauli, ex tecnico di Perugia, Crotone e Juventus Next Gen, e da calciatore punto fermo del Vicenza, è stato ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e il61, condividendo le sue riflessioni sul campionato di Serie C.

Iniziamo da una fetta importante del suo cuore: il Vicenza. Prima abbiamo ospitato il ds del Renate Oscar Magoni, che alla mia domanda se possiamo già archiviare il girone A ha risposto: “Aspettiamo qualche settimana, ma la strada sembra tracciata”. Le chiedo se è dello stesso avviso, vista l’enorme distanza e il dominio non solo in punti ma anche nelle prestazioni.

"Confermo quello che ha detto il direttore. Il calcio è sempre imprevedibile e il girone di ritorno spesso è un altro campionato rispetto all’andata. Però i numeri parlano chiaro: sarebbe una sorpresa non vedere il Vicenza davanti fino alla fine. Si sono costruiti negli anni una squadra competitiva, hanno acquistato giocatori importanti per la categoria, hanno un allenatore che aveva già vinto e una società solida. Ci sono tutti i presupposti per continuare questo gran percorso. Penso che sia anche giusto: chi investe di più merita di salire nel calcio importante italiano".

Lo scorso anno il Vicenza era riuscito nell’impresa di recuperare un distacco enorme dal Padova, salvo poi inciampare sul campo della Virtus Verona – che sappiamo essere un tranello per tutti con il campo più piccolo del professionismo italiano. Quest’estate c’è stato un rinnovamento profondo: cambio di allenatore, direttore sportivo, partenza di tanti elementi chiave come Ferrari e Ronaldo. Eppure il club è riuscito a mantenere la barra dritta con idee precise, dimostrando che a volte cambiando gli addendi il risultato non cambia.

"Esattamente. Venivano da due playoff con eliminazioni pesanti. La società – che è la cosa più importante – ha deciso bene: ha cambiato alcune facce che non erano riuscite a raggiungere l’obiettivo finale, ma con le stesse ambizioni. Ha cambiato giocatori, direttore, allenatore, senza però cambiare la voglia di vincere. Questo è stato trasmesso dalla proprietà fin dal primo giorno. Sono stati bravi tutti a voltare pagina immediatamente, dimenticando gli anni precedenti e puntando dritti alla promozione di quest’anno. Ad oggi stanno facendo un grandissimo lavoro".

Chi invece ha cambiato tanto già in corso di stagione senza ottenere grandi miglioramenti è il Perugia: tre allenatori, cambio di proprietà ormai metabolizzato, nuova direzione sportiva, ritorno di figure storiche come Gaucci e Novellino. Quando una stagione parte con certe aspettative e poi prende un’altra direzione, quanto è difficile raddrizzare la barra?

"A grandi linee è la stessa situazione che potremmo descrivere per la Fiorentina in Serie A: stessa piazza, stesse pressioni. Conosco il Perugia da dentro, avendo passato lì quattro mesi l’anno scorso. Ho toccato con mano la forza, la storia della società e di tanti professionisti che ci sono passati, ma anche la realtà attuale. C’è una nuova proprietà che ha investito, ma sembra non riuscire a trasmettere qualcosa alla squadra e all’ambiente per voltare davvero pagina. I risultati negativi durano da un po’, sembrava che il nuovo avvento avesse portato energia fresca, invece queste tre sconfitte consecutive li riportano a dover essere obbligati alla vittoria nella prossima partita. Giocare con quella spada sulla testa non è semplice. I ragazzi hanno ora una grande responsabilità per tirare fuori il Perugia da quella zona. È stato anche avvantaggiato dall’eliminazione del Rimini, altrimenti la classifica sarebbe peggiore. Detto questo, come per il Vicenza, c’è ancora tantissimo tempo. Ogni società può fare qualsiasi cosa: se nello spogliatoio c’è unità di intenti, anche nelle difficoltà si può superare tutto. Mi aspetto che il Perugia ne esca, ma non è mai semplice".

Prima di salutarla, una domanda sul Crotone, impegnato stasera nel posticipo del girone C contro il neopromosso Casarano, tutt’altro che malleabile. Da un paio di stagioni gli squali hanno lanciato un progetto più incentrato sui giovani. La classifica li vede in zona playoff, ma per una piazza come Crotone forse ci si aspetterebbe qualcosa di più, visto che davanti ci sono città come Catania, Benevento, Salerno, Cosenza e la stessa Caserta. È una stagione da leggere in positivo per i tanti giovani o un po’ in chiaroscuro, considerando le aspettative legate al nome Crotone?

"Mi fa piacere che parli del Crotone: ho passato lì un anno e mezzo e ti rendi conto di essere in una società importante. Ero appena arrivato quando subimmo la doppia retrocessione. Non è facile per nessuno. Il primo anno non riuscimmo a risalire subito tramite i playoff – che sono davvero difficili da vincere. Oggi stanno facendo squadre buone: hanno sempre Gomez davanti, spesso capocannoniere del girone, Murano esperto, un giusto mix. Stasera arriva una partita molto difficile, anche perché viene pochi giorni dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Conosco l’ambiente: in Lega Pro la Coppa è un obiettivo importante perché ti garantisce un playoff da protagonista. Il Crotone lo aspettiamo sempre tra le prime, ma quest’anno il girone è durissimo: ci sono 5-6 squadre con investimenti importanti e società solide dietro – metto dentro anche il Cosenza, che forse non abbiamo citato. Stare lassù è davvero complicato, il campionato è molto competitivo".


A TUTTA C con Luca Bargellini. Ospite: Lamberto Zauli
Altre notizie
PUBBLICITÀ