Guidonia, Ginestra: "Col primo stipendio da calciatore comprai casa ai miei genitori"
Ciro Ginestra, tecnico del Guidonia Montecelio, ha ripercorso tutto il suo cammino nel mondo del calcio in una lunga intervista concessa ai colleghi di Fanpage: "Ora sta andando molto bene, c'è un bell'ambiente e si lavora forte ma siamo ancora lontani dal nostro vero obiettivo. Dobbiamo continuare così, senza montarci la testa. Dire che me lo aspettavo sarebbe una bugia, ma col lavoro speravo potesse arrivare qualcosa di buono. I risultati ce li siamo meritati sul campo, anche fuori casa, e ora l'obiettivo è quello di arrivare a quota 40 punti. Non amo parlare di me, ma posso dire che sono uno che studia tanto, guarda tante partite e cura i dettagli: arrivo al campo alle sette e mezza del mattino e vado via alla sera, metto passione in tutto e sono severo con me stesso prima che con gli altri. Chiedo al Guidonia e a me stesso di continuare così, con leggerezza, comportamenti giusti e lavoro quotidiano. Qui sto bene, magari un giorno porteremo questa società ancora più in alto".
"Con Sarri a Sorrento ho iniziato a capire il perché delle cose, è lì che mi si è aperta la testa e ho capito che il calcio non è solo correre e tirare in porta. Con il tempo, grazie a qualche schiaffo o esonero, ho imparato: oggi chiedo ai miei giocatori coraggio e responsabilità, voglio uomini prima ancora che calciatori. L'allenatore è un uomo solo, oggi vieni giudicato solo dai risultati e senza guardare il lavoro: ho sempre lasciato squadre che poi sono peggiorate, i numeri parlano. Qui a Guidonia ho trovato fiducia, competenza e serenità ed è per questo che funziona. Cos'è cambiato nei giovani? Noi giocavamo per fame e per riscatto, oggi è tutto più facile: talento, fortuna e sacrificio servono ancora. Con il primo stipendio da calciatore comprai casa ai miei genitori, è stata la cosa più bella: oggi non ci sono più, ma sono orgoglioso di avergli restituito qualcosa", ha concluso Ginestra.