Paci: "Nel Girone A meno improvvisazione, servono idee chiare"
Fonte: Intervista di Raffaella Bon
Ex tecnico, tra le altre, di Pordenone, Pro Vercelli e Pro Sesto e nell'ultima esperienza al Lumezzane, il tecnico Massimo Paci ha commentato a TuttoC.com diversi temi legati al mondo del Girone A di Serie C.
Quanto manca il campo e quanta voglia ha di tornare?
"Sono pronto a tornare, sono sereno perché giro molto per vedere partite. Sono arrivate delle proposte, ma cerco di non avere fretta".
Che giudizio dà finora al livello del girone A di Serie C?
"È un girone di livello molto alto, probabilmente il più complesso. C’è grande preparazione tattica e ogni partita richiede attenzione massima, perché nessuno regala nulla".
Lo trova più tattico o più fisico rispetto agli anni passati?
"Decisamente più tattico. La fisicità resta importante, ma oggi la differenza la fanno l’organizzazione, le distanze tra i reparti e la capacità di leggere i momenti della gara. I giocatori di oggi, a differenza di una volta, hanno bisogno di essere guidati".
Quali sono, secondo lei, le principali differenze rispetto agli altri gironi di Serie C?
"Nel girone A c’è meno improvvisazione. Le squadre sono compatte, organizzate e concedono poco: per creare occasioni servono idee chiare".
Quale squadra l’ha sorpresa di più in positivo?
"Il Vicenza è sicuramente tra quelle che hanno mostrato identità e continuità. Quando una squadra ha principi chiari e li ripropone ogni settimana, vuol dire che il lavoro dello staff è stato fatto bene".
C’è una big che sta rendendo meno delle aspettative?
"Sì, probabilmente il Cittadella sta facendo più fatica del previsto, ma è una squadra costruita per stare in alto. L’inizio non è stato dei migliori ma sembra che l’aria sia cambiata".
Chi vede più in difficoltà nella zona salvezza?
"Pro Patria, Triestina e Pergolettese sono quelle che non riescono a trovare stabilità nei risultati e nella fase difensiva. Le distrazioni influiscono sulla classifica".
Se dovesse dare un consiglio a una squadra del girone A, su cosa dovrebbe puntare da qui alla fine?
"Nel calcio in generale conta vincere le partite e per far questo conta non prendere gol. L’organizzazione difensiva è fondamentale. Da lì costruisci serenità e fiducia. Avere poi, un idea di gioco semplice che valorizzi le qualità dei propri attaccanti è importante ma per vincere serve serenità".
Ci sono giovani interessanti che potrebbero fare il salto di categoria?
"Sì, ce ne sono diversi. Macchi della Cavese e Cardoni del Picerno, sono ragazzi che uniscono qualità tecnica e maturità mentale, a mio avviso possono salire di livello rapidamente".
Quale giocatore la sta impressionando maggiormente per rendimento e personalità?
"Cristian Corradi del Trento, un giocatore che, indipendentemente dall’età (2005) sa prendersi responsabilità e guidare la difesa nei momenti chiave".
Quanto è difficile per un giovane emergere in un campionato così competitivo?
"È molto difficile, ma è anche il contesto migliore per crescere. Qui impari a gestire pressione, continuità e responsabilità: se emergi, sei davvero pronto".