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Paci: "Mi manca allenare, so di essere bravo. Manca soprattutto il legame coi giocatori"

di Raffaella Bon

Il tecnico Massimo Paci, intervistato da TuttoC.com, ha analizzato il girone d'andata della Lega Pro.

Mister, quanto le manca il campo?
"Mi manca molto allenare, anche perché so di essere bravo. Forse quello che mi manca di più è soprattutto il legame che si crea con i giocatori e la soddisfazione di vederli crescere e raggiungere i loro obiettivi. L’aspetto più appagante del mio lavoro  è sicuramente il campo, il confronto diretto con la squadra e la possibilità di influenzare positivamente le loro prestazioni, quindi si, senza dubbio mi manca quella dinamica di sfida continua che solo l'allenamento e le partite possono dare, però so che arriverà presto la giusta occasione".

Si aspettava di rimanere ancora a casa? Come se lo spiega? 
"Mi rendo conto che possa sembrare strano, ma credo che ci siano diversi fattori che influenzano queste dinamiche. In parte dipende dal nuovo regolamento che permette agli allenatori esonerati di rientrare, in parte dalle opportunità che si sono presentate. In questo mondo a volte le tempistiche non coincidono con le aspettative. Forse non sono ancora arrivate le occasioni giuste, oppure ci sono altre priorità per le società in questo momento. Il mio impegno e la mia passione per allenare rimangono intatti. Ogni opportunità che arriverà la affronterò con la stessa dedizione e voglia di sempre".

Come valuta i tre gironi?
"In generale, la Lega Pro continua a rappresentare un campionato importante per il panorama calcistico italiano, con un buon livello di competitività e una continua evoluzione. Ogni girone ha le proprie caratteristiche distintive, ma nel complesso il livello medio di gioco si sta alzando, grazie anche agli investimenti e ai programmi di crescita delle società. Il girone B, mi sembra il più equilibrato".

Il girone C risente della situazione di Taranto e Turris?
"Credo che le due situazioni si facciano sentire perché, quando nello spogliatoio si parla delle problematiche extra campo e non si è totalmente concentrati sull'obiettivo, le prestazioni alla lunga ne risentono e questo si riflette sull'andamento della classifica generale".

Cosa pensa delle squadre B?
"Le seconde squadre possono essere un utile strumento per lo sviluppo dei giovani talenti e per la gestione più fluida dei giocatori, è importante mantenere un modello che permetta alle seconde squadre di essere utili senza creare confusione o svantaggi ingiusti per altre realtà calcistiche".

Da allenatore, come ci si comporta con i ragazzi giovani?
"Io sono un allenatore molto esigente, per lavorare con i giovani devi essere paziente, empatico e in grado di adattare il tuo metodo di lavoro alle esigenze sia individuali che di squadra. Bisogna insegnare calcio, ma anche valori, i ragazzi giovani devono sapersi rapportare con i più esperti dello spogliatoio e solo attraverso l’unione che ci può essere crescita. L’obiettivo non è solo farli diventare buoni calciatori, ma anche formare persone equilibrate e capaci di affrontare le difficoltà che il calcio ti mette di fronte"

Vede una favorita per la B?
"In questo momento il Padova mi sembra che abbia trovato un equilibrio stabile verso la vittoria del campionato, però è ancora presto per parlare di favorite..".


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