Morosini lascia il calcio: "Le priorità della mia vita sono cambiate"
Tommaso Morosini, centrale con un passato nelle file di Monza, Sangiuliano, Lecco, Feralpisalò e tante altre ancora, ha deciso di lasciare il calcio giocato e ai microfoni di TuttoC.com ha raccontato: "Ho maturato questa decisione perché mi sono reso conto che le priorità della mia vita stavano cambiando, anche gli stimoli e le emozioni positive sul campo erano sempre meno. Ho semplicemente dato spazio a quello che la vita mi stava chiedendo, tra equilibri famigliari e un nuovo lavoro. Ho seguito la strada più giusta nel momento giusto. Ho sempre vissuto con grande passione il calcio, ma coltivando anche altri aspetti della vita e in questo momento sto dando spazio a questi aspetti, approfondendoli".
Cosa si porterà dietro della sua vita da calciatore?
"Mi porto dietro tanto perché il calcio è stato la mia vita. Devo tutto quello che ho al calcio, per cui mi porto dietro esperienze, emozioni, insegnamenti e tanti bei ricordi, anche momenti difficili che mi hanno aiutato a crescere".
Quale l'allenatore che le ha lasciato il segno più grande?
"Ce ne sono stati parecchi, sarebbe riduttivo fare un nome solo. Ho cercato umanamente di 'rubare' qualcosa da ognuno, poi ovviamente qualcuno mi ha lasciato qualcosa in più e qualcuno da cui ho appreso meno. Ma io mi focalizzo sul lato umano più che sul lato calcistico perché il calcio ha un inizio e una fine, mentre la vita va avanti".
Come vede la C di oggi rispetto a quella che ha lasciato qualche tempo fa?
"La C di adesso dà più spazio ai giovani, dieci anni fa si era legati a un concetto di calcio rivolto verso il passato. Era un campionato più difficile e anche malizioso, mentre ora si danno più opportunità ai ragazzi".
Rimarrà nel calcio?
"Ho conseguito durante il periodo della pandemia da Covid-19 la licenza Uefa B per allenare, però in questo momento non è quello che voglio fare, così come non voglio restare nel mondo del calcio. Mi sono sempre sentito molto lontano dalle dinamiche non sempre umane con gli addetti ai lavori, come i direttori sportivi, vivo e vivrei di altro".