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INTERVISTA TC - Perini: "Rivoluzione Monza? Sbagliate le tempistiche"

di Claudia Marrone

Tanti anni di calcio professionistico, intervallati da alcune esperienze in Serie D, poi i "sopraggiunti limiti di età" che in C ti vogliono vecchio a 23 anni. L'ex centrocampista del Monza, oggi in forza al Fenegrò (compagini dell'Eccellenza), Marco Perini parla di questo e molto altro ai microfoni di TuttoC.com.

Hai osservato a distanza la folle estate del calcio di Serie B e C e soprattutto: che idea ti sei fatto?
"E' stato tutti un completo disastro, non si sono trovate delle persone che si prendessero la responsabilità di dare regole certe, di prendere posizioni nette: solo tanto caos, ed è ovvio che nella confusione, che comunque rappresenta un po' lo stile italiano, tutto può succedere, c'è chi ci sguazza. Sono successe troppe cose, tanti episodi anomali che troppo spesso si iniziano a vedere".

Non è però cambiata la regola over e under: quanto ti pesa aver detto addio al professionismo solo perché sei considerato vecchio?
"Purtroppo è un discorso del quale parliamo spesso, ma sembra dura capire che queste regole non favoriscono nessuno. Forse prima certe norme potevano favorire i club che intendevano abbassare il monte ingaggi, ma ora non è più così, perché adesso anche il giovane bravo ha un costo. E si è solo contribuito a creare tanti baby senza talento che poi fanno fatica anche in Serie D. A chi va di vantaggio la cosa?".

Le Squadre Under 23 potrebbero essere una soluzione a questo problema?
"No, le squadre U23 sono solo una cavolata, che ha contribuito a far perdere una propria identità alla Serie C. Un tempo la C era un campionato a parte, aveva i suoi tifosi, le sue grandi piazze, regalava spettacolo, non si mandavano i giovani a far le ossa li. Adesso invece è diventata un marasma che serve soprattutto a Serie A e B per valorizzare i giovani o sistemare i calciatori in sovrannumero o nel limbo. Ha perso identità rispetto al passato".

Capitolo Monza: cosa ti aspetti dal blasonato duo Berlusconi-Galliani?
"Credo che nell'arco di 3 o 4 anni, visto il calibro dei dirigenti, il Monza arrivi in Serie B. Però sono state sbagliati le tempistiche con le quali sono state apportate tutte queste novità, c'era un gruppo di ragazzi e delle figure societarie che meritavano di finire quel ciclo iniziato tre anni fa, e che si è rivelato vincente: dopo una decina di anni nei quali era diventato un porto di mare per persone losche, il Monza, appunto tre anni, aveva trovato una sua identità. Dispiace sia stato tutto così affrettato, meritava di finire una certa linea societaria, che avrebbe sicuramente portato ai playoff come lo scorso anno, magari guardando poi anche più avanti. Ora c'è meno equilibrio, anche se diventerà sicuramente più forte".


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