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INTERVISTA TC - Mezavilla: "Deve giocare soltanto chi merita"

di Stefano Scarpetti
Mezavilla

Adriano Sartorio Mezavilla centrocampista italo-brasiliano classe '83 è intervenuto ai micofoni di Tuttoc.com per parlare del suo addio con la Juve Stabia, i programmi per il futuro, fornendo da calciatore esperto il suo parere sulle questioni inerenti la terza serie, che prenderà il via - sciopero promettendo- fra dieci giorni.

Nei giorni scorsi sul proprio profilo facebook ha pubblicato un video di saluto ai tifosi di Castellammare di Stabia, quello con le "vespe" è un addio doloroso?

" L'ho fatto per salutare gli sportivi, era l'unico modo per farlo, per ringraziarmi del sostegno. Sono stato bene in terra campana e ho ritenuto opportuno esternarlo. Il rapporto si è interrotto per effetto della retrocessione, avremmo continuato soltanto in caso di salvezza. Scendendo in serie C, cambiano alcune cose, ed è giusto che la società faccia le proprie scelte, io comprendo perfettamente".

Per il suo futuro, accetta una proposta soltanto dalla serie B oppure anche in terza serie?

"Per la mia età proseguire in serie B è quasi impossibile, quindi le maggiori possibilità possono concretizzarsi in terza serie, anche se con la riduzione delle liste a 22 elementi le cose si fanno più difficili. Tuttavia stiamo cercando una soluzione, consapevoli delle difficoltà determinate dal momento attuale a livello generale".

A proposito cosa ne pensa delle rose limitate a 22 elementi?

" E' stata fatto questo per limitare i costi, sappiamo che la situazione economica non sia florida. Al tempo stesso - soprattutto i giocatori più giovani - devono giocare soltanto se meritevoli. Ci deve essere una trafila, iniziare dalla panchina, andando per passi e imparando dai calciatori più esperti. Deve essere schierato chi ha le qualità, altrimenti non ha senso".

Tornando alla Juve Stabia, sono usciti gironi e calendari, il girone C ha un livello molto alto

"Lo dicono tutti, è una sorta di B2, ci sono squadre molto attrezzate e società con una grande tradizione. La serie C ogni anno è sempre difficile, ma la mia sensazione è che quest'anno lo sia di più. Soprattutto nel girone meridionale ci sarà da divertirsi".

Un altro argomento molto dibattuto è le partite a porte chiuse, lei ci ha giocato nella parte finale della scorsa stagione in serie B: cosa ne pensa?

"E' davvero surreale, sembra di giocare una partita di allenamento. Si fa fatica a mantenere alta la concentrazione, molti dicono che non è calcio, io sono d'accordo. Spero si possa iniziare ad aprire gli stadi, magari iniziando con entrate contingentate al 20% della capienza per rendere lo stadio più accogliente, in definitiva ci sono situazioni in cui c'è il pubblico quindi potrebbe essere così anche per le partite di calcio".


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