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INTERVISTA TC - Imolese, il ds Righi saluta: “Risoluzione serena. Ora spero si salvino”

di Ivan Cardia

Giornata cruciale per il futuro dell'Imolese. Nel pomeriggio, la proprietà delineerà il nuovo assetto dirigenziale. Ai saluti, il direttore sportivo Emanuele Righi, che a TuttoC racconta così la decisione presa di comune accordo con la società: “È stata una soluzione assolutamente pacifica e positiva, credo sia la cosa più giusta che si potesse fare. I soci proprietari hanno la necessità di mettere ordine, sono entrati con entusiasmo e con me sono stati perfetti. Hanno grande voglia di difendere la categoria e fare progetti di spessore. In questo percorso credo sia corretto che prendano le loro decisioni, a prescindere da quello che hanno ereditato".

Quindi un addio senza rotture, in una stagione complicata…

"All'Imolese ho vissuto due fasi. Nella prima parte ho fatto il lavoro più vero: sono arrivato scelto da De Sarlo e si è lavorato secondo linee guida chiare, improntate all’autosostentamento. Dopodiché, era giusto che chi entrasse prendesse le misure, e devo dire che comunque mi hanno messo in condizione di lavorare al meglio. Ma quando le voci sono aumentate credo che la scelta di arrivare a un comune accordo sia stata intelligente. Ho avuto il piacere di aver conosciuto Deni, Coppa e Cutrufo: è una delle cose più belle che mi porterò dietro, sono tutte e tre persone molto in gamba. Come ho detto, in qualche modo questa soluzione è la più giusta. Poi le strade sono infinite, chi lo sa: in futuro potremmo tornare a lavorare insieme".

Avete risolto il contratto?

“Quando è arrivata questa nuova proprietà, io avevo un contratto triennale da parte di De Sarlo e ho subito messo questo accordo a disposizione. Per come sono fatto io mi sembrava corretto, devo dire che nessuno mi ha chiesto di risolvere questi due anni. C’è stata empatia molto alta e per queste ragioni non sarà un problema raggiungere un accordo come faremo nei prossimi giorni”.

Anche se si tratta di una rinuncia economica importante… “Sì, è vero. Io credo che questa nuova proprietà voglia arrivare a una sintesi dei vari ruoli e a una catena corta. Credo che la loro scelta sia la più indicata, la cosa negativa per loro è che non c’è tanto tempo. Non posso far altro che augurare a loro e all'Imolese, anche considerando che ho fatto io per il 98 per cento la squadra, il meglio possibile".

Si può salvare?

“C’è tutto per salvarsi, ora c’è un blackout e bisogna accendere la luce. Io spero che questi scossoni possano sfociare in una svolta, sono tutti ragazzi seri e di passione: non mi capacito di come questa squadra non si possa salvare, io sono convinto che ci sia tutto".

Tornasse indietro, cambierebbe nuovamente allenatore?

“Il cambio di allenatore è una scelta fatta dalla nuova proprietà. Mi hanno informato al momento di operarla, ci siamo confrontati e ho spiegato gli aspetti che giudicavo negativi del cambio. Antonioli ha fatto un lavoro di grandissimo livello, Anastasi è un allenatore che dal punto di vista umano ha qualità importanti ma a livello tecnico penso che debba fare un po’ di esperienza. Penso che possa bruciare i tempi in fretta, ora ha una squadra competitiva e una bella responsabilità. Ripeto: per me è una persona di grande spessore e ha qualità, il problema è che non c’è tempo ed è l’unica cosa che mi preoccupa. Però tutto il contesto mi fa sperare che ci possa essere un cambiamento di rotta e mi auguro che questa scossa possa aiutare il gruppo ad avere la reazione che serve".

Adesso che farà?

“Sono sempre stato abituato ad avere squadre a vincere, seppur in categorie inferiori. Di questa esperienza sono grato perché è stata formativa. E spero che la squadra di salvi. Dal mio punto di vista ora posso andare ovunque, l’unica cosa che conta è la voglia di fare calcio e credo che la filiera corta sia la cosa più importante. È il segreto del calcio, l’ho imparato con Setti a Verona e Mantova, poi con Alfonso e Renato Mazzamauro a Giugliano, anche questa prima parte a Imola con De Sarlo me l'ha confermato. L’augurio che mi faccio è trovare una società dove le cose siano dirette e brevi: presidente, direttore sportivo e allenatore. Filiera corta".


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