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INTERVISTA TC - Gravina: "Iscrizioni? Basta ritardi e penalizzazioni"

di Sebastian Donzella

Come sempre luglio porta il caldo nelle città italiane e diventa torrido anche per la Lega Pro. Anche quest'anno, infatti, è iniziato il solito balletto di iscrizioni presentate in extremis, domande mancanti di fideiussioni, società in bilico e altre a un passo dall'addio. TuttoC.com, per fare chiarezza, ha deciso di intervistare il presidente della terza serie, Gabriele Gravina, reduce da un importante Consiglio Direttivo di Lega.

Presidente, il primo step del 30 giugno è passato.
"Bisogna distinguere tra domanda d'iscrizione e iscrizione: sono due momenti diversi. Sono pervenute 59 domande su 59 ma ci sono alcune situazioni con criticità . Erano note, ma credo non siano tantissime rispetto a quanto ipotizzato alla vigilia. Sono situazioni che dimostrano come il sistema calcio stia soffrendo e risente moltissimo di una grave crisi economico-finanziaria. E c'è anche una crisi d'identità nel sistema a causa della mancanza di alcune norme".

Proprio quelle norme di cui avete discusso oggi nel Direttivo.
"L'obiettivo della riunione di oggi era proprio questo: non possiamo pensare che ogni anno, in questi giorni, in Lega Pro ci sia una sorta di andirivieni, di fibrillazioni, di false euforie di chi ce l'ha fatta o di chi pensa di farcela, ma poi non riesce a programmare il futuro. La Lega ha il dovere di accompagnare questi processi ma non può rimanere prigioniero di certe dinamiche. Pensare che alcuni imprenditori non riescono a completare il percorso di iscrizione e lo facciano tramite un sistema di ricorso significa non voler guardare in faccia la realtà. Certi documenti devono essere indifferibili: se il 30 giugno bisogna presentare la fideiussione, bisogna presentarla entro il 30 giugno, punto. Non il 12 luglio o altro. In questo senso va la nostra richiesta di modifica di alcune parti delle NOIF".

Quanto l'ha colpita vedere un presidente come Serena del Mestre dover rinunciare alla serie C? Anche se ha comunque presentato, a sorpresa, l'iscrizione al campionato...
"Sicuramente quella conferenza è stata una sconfitta per tutto il sistema ma sono abituato a vedere il lato positivo. Per la prima volta ho assistito a una dichiarazione di responsabilità forte e netta. Se tutti i dirigenti cominciassero a essere come Serena, di sicuro in Lega inseguiremmo meno chimere e saremmo tutti più rispettosi verso gli altri. 
Vi dico anche che mi ha mandato una mail molto bella, lo ringrazio per l'apprezzamento rivolto alla mia persona e al lavoro della Lega: ha dimostrato grande equilibrio in un momento molto difficile. È bello sapere che, nelle difficoltà, c'è una persona che non vuole creare problemi né per se stesso, né alla Lega né agli altri presidenti, portando avanti un club sapendo che non riuscirebbe più a farcela. Certo, se gli capita un'ipotesi, come gli è capitata, non so quanto futuribile, di un possibile ingresso societario, e presenta comunque domanda d'iscrizione, è maggiormente responsabile nei confronti suoi e della piazza. Vedremo come andrà".

Un altro presidente che ha deciso di fermarsi è Manniello della Juve Stabia, patron di una società storica.
"Anche la sua è una scelta responsabile. Parliamo di un uomo che ha investito tanto e ha fatto grandissimi sacrifici per le Vespe e adesso ha toccato con mano che da solo non può portare avanti questo grande impegno. Ed è giusto che sia così: chiede al territorio di dare una mano a portare avanti tutti insieme la squadra. L'urlo di aiuto di Manniello non è quello di un presidente che non ha più le risorse, perché la Juve Stabia non ha avuto finora problemi. È la richiesta di un azionarato diffuso, perché è inutile portare avanti una realtà del genere se al territorio interessa poco". 

Nei guai c'è di sicuro la Reggiana, una delle piazze più importanti per storia e numeri della C.
"Io non faccio mai distinzione tra una piazza e l'altra. Cerco di mettere insieme una forza di grande territorialità che riveli una spiccata sensibilità verso i valori del calcio italiano. Grande o piccolo che sia, un club che vuole stare in C deve ispirarsi a questa condotta. Se una squadra deraglia per una serie di motivi, o perché fa i passi troppo lunghi o perché non crede in questo tipo di percorso, è giusto che vada fuori dal calcio. Mi spiace per la Reggiana ma spiace per Santarcangelo e Gavorrano, società sane che ho perso e che hanno lasciato un campionato come la Lega Pro per un sistema di regole che non ha tutelato la loro qualità di comportamento". 

Poi ci sono i casi di Matera, Lucchese e Fidelis Andria, con problematiche nel pagamento dei precedenti stipendi.
"Anche noi leggiamo con molta attenzione tutti i giorni le notizie provenienti dai tre club. Sappiamo che ci sono problemi con la Covisoc in diverse parti. Noi, a prescindere dai club citati, ci atteniamo alle norme: se tutto non sarà in regola, arriveranno delle esclusioni. Oppure, se determinate situazioni verranno sanate in extremis, arriveranno delle penalizzazioni".

Penalizzazioni, parola che continuerà a fare rima con Lega Pro.  
"La Serie C continua a dimostrare di far fronte ai propri impegni. Stiamo lavorando per creare una C migliore in un sistema migliore, perché una C sana in un sistema che non va non ci interessa. L'aspetto più delicato, purtroppo, è che oggi dobbiamo fare i conti con il rispetto degli equilibri e della dignità sportiva di tutti i dirigenti. Quando si parte ancora una volta con penalizzazioni di qua e di là, quell'handicap non è esclusivo di quelle singole società ma della Lega Pro e di tutto il calcio italiano. Ritengo non sia giusto intaccare la sfida sportiva e il rispetto di chi ha adempiuto a tutti i doveri nei tempi prefissati dalle norme". 

Capitolo ripescaggi: ci saranno le seconde squadre?
"Ammesso che ci siano dei club interessati, vi domando: abbiamo risolto il problema delle seconde squadre o del calcio italiano? Non sono contro le seconde squadre, sono una mia creatura che vedo puntualmente mortificata da tempistiche e scelte che non condivido".

Potrebbe anche esserci un ripescaggio verso l'alto, visto che il Cesena in B è a un passo dalla scomparsa.
"Per questo dico che bisogna sedersi intorno a un tavolo e parlare di logica di sistema. Prima i problemi erano solo in Lega Pro ma in tempi non sospetti dissi che questo virus avrebbe colpito anche altrove. Purtroppo è andata così e se non troviamo subito l'antidoto questo virus contaminerà altre realtà". 

Dalla D potrebbero arrivare Cavese e Como.
"Sono due club che hanno dimostrato grande interesse verso la Serie C. Ma in mezzo a campani e lombardi ci sono in graduatoria il Prato e due seconde squadre. E comunque bisognerà capire quanti saranno i posti disponibili".

Spazio al futuro e ai gironi: si passerà alla divisione in Nord, Centro e Sud o rimarrà la stessa delle ultime stagioni, con divisione verticale al Centro-Nord e terzo girone al Sud?
"Secondo me si continuerà sulla linea degli ultimi due anni. Poi deciderà il consiglio direttivo ma l'orientamento credo sarà questo".

Abbiam detto 59 società perché Bassano e Vicenza si uniranno. Si è detto che la Lega ha storto il naso sulle tempistiche.
"Vorrei fare chiarezza: è la FIGC a decidere su tutto. Siamo stati tirati in ballo erroneamente ma si sono dette tante cose inesatte, a cominciare dal fatto che si era iscritto il Vicenza. Invece si è iscritto il Bassano, poi se diventerà Vicenza, sarà una scelta della federazione che ci farà sapere. Siamo nel 2018, ci sono delle norme scritte in tempi remoti e adesso ci sono condizioni economiche e ambientali modificate. Quando un territorio non ritiene di essere più legato alla realtà sportiva o muore o vive in un'altra realtà. Se la famiglia Rosso ritiene che bisogna passare da Bassano a Vicenza, è una scelta legittima. Il problema è che deve essere regolamentata con norme chiare per tutte". 

Capitolo personale: Gravina darà le dimissioni?
"Sì, quando sarà costituito l'organico completo della Lega Pro e ci saranno i termini per la convocazione della nuova Assemblea, durante quest'ultima mi dimetterò e verrà eletto immediatamente dopo il nuovo presidente".

Darà la caccia alla FIGC?
"Non sono cacciatore. Sono per la progettualità e per costruire. E poi c'è un candidato forte come Abete: si lavorerà su quell'idea".

Chiusura con i playoff: da Parma a Cosenza, con tanti a ricredersi sulla bellezza e l'imprevedibilità degli spareggi promozione. 
"La cosa bella dei playoff è che tanti parlavamo di quanto fossero penalizzate le società meglio qualificate con l'allargamento a così tanti club. Stranamente sono arrivate in semifinale le tre seconde più una quarta. Ma il processo dei playoff è molto più articolato. Significa avere un campionato vivo fino all'ultima giornata, una maggiore visibilità per la Lega, la crescita degli spettatori negli stadi con numeri di rilievo. Provate a vedere quant'è bello ammirare oltre 11mila spettatori il giorno della finalissima a Pescara, con tanti bambini in campo e sugli spalti con le famiglie. E i due presidenti con la Coppa che si dirigono verso le curve. E per non guastare il tutto, perché non provate a vedere quante risorse in più sono entrate nelle casse della Lega Pro, nell'ordine dei 2 milioni e mezzo di euro? Parlando per un mese intero della Serie C, presentando il passaporto sanitario elettronico, facendo giocare i bambini nelle piazze, premiando il campionato di quarta categoria e i campionati dei giovani con le Berretti di A e di C. Sono tutti valori aggiunti della Lega Pro al calcio italiano e non viceversa".


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