INTERVISTA TC - Ghirelli e il format: "B a 22. Altri numeri buoni per il lotto"
Fonte: hanno collaborato Claudia Marrone e Francesco Ferrari
Dalle società in crisi alla riforma del format dei campionati il passo è breve. Per questo Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha affrontato il tema ai microfoni di TuttoC.com senza giri di parole.
La struttura dei campionati professionistici del prossimo futuro passerà inderogabilmente dalla struttura che verrà data alla Serie B. In questo senso le parole del presidente Gravina circa un ritorno ad una cadetteria con 22 club è stato già indicativo.
“Allo stato attuale, infatti, e nonostante Balata abbia ventilato un campionato a 18, la Serie B è un campionato a 22 squadre che verrà ratificato con il Consiglio Federale del prossimo 30 gennaio. Nella stessa sede verranno decisi anche i ripescaggi che, molto probabilmente, saranno sulla base del sistema attualmente in vigore per i ripescaggi dalla Serie D alla Serie C. Un sistema che prevede i ripescaggi iniziando dalla categoria più bassa e andando ad alternarsi. All’interno di questa alternanza, poi, le due leghe determineranno i criteri con i quale scegliere le proprie società ripescate”.
Gravina, però, non ha escluso una B a 20.
“Noi siamo qui, pronti a dialogare con tutti. Se verranno a chiederlo, noi gentilmente li ascolteremo. Le altre possibilità, quelle a 18 o a 19, credo però che possano essere utilizzate al massimo come numeri del lotto”.
Un ritorno a 22 per la Serie B significherebbe il pieno fallimento di quanto fatto la scorsa estate.
“La Serie B ha potuto fare quell’operazione solo grazie alla sponda del Commissario Straordinario della FiGC. Adesso c’è Gravina e la storia è cambiata. L’83% dei voti in Federazione sta dalla parte della B a 22. Per arrivare ad un cambiamento alle regole serve il 75% delle preferenze e lo scorso 18 dicembre questa era un’ipotesi fattibile: la Serie A e la Serie B però non hanno votato e si sono suicidati”.
In linea generale quali sono le riforme che ci possiamo attendere all’orizzonte?
“Partiamo dai fatti ovvero che la Lega Pro è l’unica ad essersi riformata e in maniera del tutto autonoma. Siamo partiti da 118 società, poi siamo scesi a 90 e successivamente a 60. Tutto da soli, attraversando il Consiglio Federale e seguendo le regole. Non come quanto fatto lo scorso agosto, con un atto notturno. Noi siamo e rimaniamo rispettosi degli accordi fatti e convinti che serva una riforma sistemica. Ogni lega deve avere ben chiara in testa la propria mission, la sostenibilità economica della stessa e quali sono le regola attuali che da rispettare. Anche perché alcuni dei fallimenti che la Lega Pro ha dovuto purtroppo registrare sono stati di club freschi di retrocessione dalla Serie B, come ad esempio Vicenza e Modena. Per questo parlare meramente di numeri, con campionati composti da più o meno club ha poco senso. Noi ci siamo passati dalla riduzione delle società in gara, ma non si è risolto niente. Solo attraverso un ragionamento complessivo possiamo uscire dalla crisi in cui versa il calcio italiano”.
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