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INTERVISTA TC - Filippini: "Al Livorno serve programmazione"

di Stefano Scarpetti
Filippini

Ai microfoni di Tuttoc.com è intervenuto Antonio Filippini, che ha guidato il Livorno nell'ultima parte della stagione. Il tecnico bresciano ha parlato della sua esperienza, di progetti futuri e di tutto quello che ruota attorno alla terza serie.

E' stato chiamato al capezzale del Livorno nel gennaio scorso in una situazione molto difficile, come giudica l'esperienza in terra labronica?

"Il mio lavoro è stato più di gestore del gruppo, e di giudizio dei calciatori della Primavera soprattutto nella seconda parte in vista della serie C. Nella sessione di mercato invernale la società ha provato, attraverso alcune operazioni in entrata a rimediare alla situazione, ma la distanza di punti dalla zona salvezza era troppo ampia per sperare di rientrare in corsa".

Il Rapporto con il club si è interrotto ufficialmente nei giorni scorsi, ci può spiegare i motivi?

"Con la società avevamo parlato di un eventuale rinnovo anche durante il lockdown, io avevo chiesto di valutare l'inserimento di alcuni giovani della Primavera. L'accordo si sarebbe concretizzato nel caso in cui Spinelli fosse rimasto al timone del club, chiaramente con il passaggio di proprietà sono cambiate le carte in tavola".

A suo avviso cosa manca al Livorno per rilanciarsi?

"Secondo me serve maggiore programmazione, negli ultimi anni spesso la campagna acquisti della squadra si concretizzava soltanto nell'ultima settimana con il rischio che arrivassero giocatori non all'altezza del progetto. Serve costruire uno zoccolo duro per il ritiro per dare modo al tecnico di poter lavorare, poi nelle ultime battute del calciomercato si inseriscono uno o due elementi se ci sono occasioni da cogliere".

Adesso per lei ci sono priorità nell'accettare un nuovo incarico? preferisce un settore giovanile oppure una prima squadra?

" Per il percorso che ho compiuto mi sento un allenatore da prima squadra, da quando alleno sono stato sia un secondo, ho avuto esperienze nel settore giovanile del Brescia, e anche all'estero. Per questo la mia preferenza è accettare un progetto inerente proprio una prima squadra, tuttavia se arrivasse una richiesta di un'importante settore giovanile accetterei volentieri".

In questo periodo si parla molto della possibilità o meno di riaprire almeno parzialmente gli stadi, cosa ne pensa a riguardo?

" Purtroppo in Italia viviamo in una carenza notevole di strutture, non soltanto riguardandi gli stadi ma anche per quello che concerne i singoli centri sportivi. Ci vuole buon senso a riguardo, l'esempio di Parma ci indica che aprire in sicurezza con entrate contingentate mantenendo il distanziamento è possibile. Così facendo si evita di giocare in stadi completamente deserti".

Un altro argomento di cui si parla in terza serie è quello delle liste bloccate a 22 elementi

I favorevoli e coloro che sono contrari a questa norma hanno ragioni a mio avviso condivisibili. Da una parte i presidenti che sono rimasti ad investire nel calcio dopo il covid hanno l'esigenza di risparmiare. Dall'altra c'è che così facendo inevitabilmente si tolgono numerosi posti di lavori, difficile a questo punto trovare un compromesso e fare una sintesi che possa accontentare tutti".


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