.

INTERVISTA TC - Essabr: "Serve davvero ridurre il numero di club in C"

di Claudia Marrone

Chiusa la carriera da calciatore, l'ex attaccante Oussama Essabr, non ha lasciato il mondo del calcio, tanto che sta adesso muovendo i primi passi per diventare poi allenatore.
Ma un occhio sulla Serie C c'è sempre, ed è il suo pensiero sul momento attuale, rilasciato ai microfoni di TuttoC.com.

La morte del calcio italiano si è celebrata domenica a Cuneo: come hai vissuto lo scempio targato Pro Piacenza?
"Per motivi di lavoro, mi trovavo in Sudamerica e ho avuto modo solo dopo di apprendere lo schifo e l’imbarazzo per la Serie C ed il calcio italiano. Non c’è più limite alla vergogna. Parole forti? Si, ma sono esattamente il mio pensiero".

Prima il Matera, adesso la formazione emiliana. Perché non si è escluso prima anche il club rossonero?
"Perché nel calcio italiano c'è un altro problema di fondo: le regole che vigono attualmente sono adeguate per disonesti e approfittatori seriali".

Come andrebbe quindi riformato il calcio, dal punto di vista amministrativo?
"Molto semplice, occorre abbattere il numero delle squadre di Serie C. Senza troppi e inutili giri di parole, solo così facendo ci sarebbe una selezione “naturale” di chi solo ha la capacità di sostenere il calcio professionistico".

Under e over, altra spinosa questione quando si deve pensare anche alla prossima stagione: si dovrebbe intervenire?
"È mia opinione che ci si dovrebbe focalizzare di più sulla formula “forte giocatore” “scarso giocatore”. L'età poi non conta niente. Cosa importa se uno ha 20, 30 o 40 anni? Sono altri i concetti che vanno valorizzati e premiati, non certo la carta di identità".

Fallito l'esperimento Squadre U23: giusto abolirle?
"Giustamente in un sistema che non segue regole logiche e programmazione, l'unica cosa di interessante che ci sarebbe starebbe per naufragare. Non so cosa succederà in futuro, ma occorre essere più lungimiranti. Secondo me è una grande opportunità per la terza serie, le formazioni U23 non sono assolutamente da abolire".


Altre notizie
PUBBLICITÀ