.

INTERVISTA TC - Coppola (AIC): "Liste a 22 contro competitività delle big"

di Sebastian Donzella

L’introduzione in Serie C delle liste con 22 giocatori, al massimo, per squadra, non è andata giù all’Assocalciatori. TuttoC.com ha intervistato Danilo Coppola, consigliere e rappresentante dell’AIC. 

Come giudicate la lista chiusa?
“Molto negativamente. È un grande passo indietro rispetto al passato. Questo modus operandi appartiene a quei club che vogliono migliorare la propria competitività abbassando quella altrui. Non capisco perché un club che vuole investire massicciamente sulla propria rosa non possa farlo. Inutile parlare di appeal quando, con queste regole, si abbassa il livello dell’intera Serie C. Solo per dare la possibilità, a chi realisticamente non potrebbe averla, di giocarsi il bersaglio grosso”.

Il presidente dell’Albinoleffe ha detto che le squadre promosse in B erano tutte formate da esperti, nonostante la mission della Lega Pro sia quella di puntare sui giovani. 
“Non capisco dove sia il problema. È sempre stato così, in qualsiasi campionato normale: chi ha più esperienza ha più possibilità di vincere. E poi, sui giovani, la realtà è un’altra...”.

Cioè? 
“I giovani che sono cresciuti realmente nella competitività sono quelli in campo con le big. Perché lì hanno trovato spazio non per il minutaggio ma perché bravi davvero. In Lega Pro la cernita andrebbe fatta subito. Non a 24 anni. Non si possono illudere tanti ragazzi di poter essere professionisti per poi sostituirli una volta fuori dall’età contributiva”.

Rispetto alla stagione attuale, cosa cambierà dal punto di vista calcistico?
“Questo campionato era fortemente competitivo perché chi voleva costruire una grande squadra poteva farlo. Adesso questo passo indietro, con limitazioni che piacciono tanto a chi non ha la possibilità di fare calcio a certi livelli, abbasseranno il livello. Non si possono imporre limitazioni agli altri, è vergognoso. Se un presidente vuole regalare ai suoi tifosi una squadra fortissima non potrà più farlo. Tornare alla lista a 22 significa aver messo da parte la competitività. Senza contare che, con così tanti turni infrasettimanali, è un rischio poter tesserare così pochi giocatori. Fossi nei club che investono cifre importanti andrei a reclamare da chi di dovere. Perché se il calcio è meritocrazia questo è l’anticalcio”.


Altre notizie
PUBBLICITÀ