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Gessa: "Pescara, unità tra campo e spalti per playoff da protagonisti"

di Raffaella Bon

Intervistato da TuttoC.com, l'ex centrocampista Andrea Gessa ha detto la sua sulla promozione del Cesena e sul momento del Pescara.

La partita che ti ha visto doppio ex ha decretato la promozione in B del Cesena.
"Si purtroppo a discapito di un buon Pescara che ha fatto la partita che doveva fare. Ma per il percorso fatto il Cesena ha meritato". 

Toscano si può definire il mister delle promozioni?
"Ha qualità e vincere non è mai facile in nessuna categoria. In più quando ti ripeti vuol dire che hai raggiunto una maturità tale che meriti un'opportunità vera nel calcio che conta".

Tre aggettivi per descrivere questo Cesena e cosa ti ha impressionato di più della squadra?
"Il Cesena per me è consapevole, cinico e compatto. Soprattutto è il cinismo nei momenti difficili la componente che più mi ha impressionato".

E come singoli?
"Devo dire che a 36 anni De Rose credo sia l'anima di questa squadra, dentro e fuori dal campo". 

La giusta programmazione dopo il fallimento.
"Certo, d'altronde i risultati sono sempre frutto di lavoro e buona programmazione".

Per il Pescara invece un anno tribolato soprattutto dopo i problemi di salute di Zeman.
"Vero, anche se ora noto uno spirito diverso".

L'era Sebastiani sembra volgere al termine oltre ed esserci un'apparente spaccatura tra tifosi e società.
"Non credo se ne andrà, Sebastiani continuerà a fare il bene del Pescara nelle sue possibilità. Qualche errore si può commettere in tanti anni, certo, ma io l'ho sempre interpretato come un tentativo di miglioramento con le risorse disponibili. Mi piacere che l'ambiente si ricompattasse intorno alla squadra e a Cascione, conosco bene chi ci lavora, si impegnano sodo e lo fanno per il bene della squadra. Capisco ovviamente i tifosi, ma credo anche che il loro supporto sia molto importante. Mi piacerebbe che si creare un blocco unico tra il campio e gli spalti".

Dove può arrivare questo Pescara?
"Con quel blocco lì, credo si possa pensare a playoff da protagonisti. Sono un inguaribile romantico del calcio e mi piace sognare. Sempre".


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