ESCLUSIVA TLP - Mattia Proietti: "Juve? Ho preferito il Bassano. Per tre anni ho visto più un terzino che la mia ragazza. Ecco perché da un anno e mezzo siamo in testa. Supercoppa? Un sogno, magari contro l'Ascoli"

Ha passato un quinto della sua vita in giallorosso. 84 presenze finora, con la tripla cifra che potrà essere raggiunta in stagione, Mattia Proietti, a Bassano, è ormai una colonna. Nonostante la giovane età, visto che i 23 anni arriveranno solo a febbraio. Una carriera nei professionisti interamente con il club veneto, tra i dolori iniziali (retrocessione al primo anno tra i Pro) e le gioie recenti (un campionato vinto con annessa Supercoppa in bacheca più l'attuale primo posto in Lega Pro unica). Per analizzare meglio il fenomeno (e fenomenale) Bassano, TuttoLegaPro.com ha scelto di intervistare il duttile e funambolico centrocampista.
Da un anno e mezzo sei primo in classifica. Non hai le vertigini a stare sempre in alta quota?
"E' una bella abitudine che vorrei portare avanti il più possibile. Stiamo facendo qualcosa di straordinario, non credo siano in molti a poter dire che sostano nelle zone altissime della classifica da una stagione e mezzo".
Un discorso simile a quello della Juventus in Serie A...
"Sono un po' meno tifoso rispetto a quand'ero piccolino ma seguo sempre i bianconeri con passione. Son contento di questo parallelismo anche se, in tutta sincerità, dovendo scegliere spererei più nella nostra vittoria del campionato che nella loro. Egoisticamente parlando mi importa più cosa facciamo noi".
A proposito di Juventus, la citazione non è casuale visto che sei cresciuto nel settore giovanile bianconero e fino a questa stagione eri in comproprietà con il club piemontese. Dopo esser stato riscatto dal Bassano sei dispiaciuto per non essere più zebrato?
"Ho scelto io di non rinnovare la comproprietà: volevo che venisse presa una decisione definitiva. Ringrazio la Juventus per i 12 anni di settore giovanile e la possibilità che mi ha dato di entrare nel mondo professionistico. Non ho nessun rimpianto e sono molto contento di aver scelto di essere qui: ho preferito essere tutto del Bassano che metà della Juve".
Siete primi con una partita da recuperare. La B forse non è più un sogno...
"Noi continuiamo a definirlo tale perché la strada è ancora lunga. Sarò banale ma stando lì in alto l'appetito vien mangiando. Non ci poniamo obiettivi a lungo termine, cerchiamo di dare il massimo ogni domenica sapendo che abbiamo le qualità per rimanere nelle zone alte della classifica".
Quali sono le vostre avversarie?
"Il Novara ha dimostrato che calandosi nella categoria son dolori per tutti, considerando che sulla carta vale qualcosa più delle altre. Ma è impossibile escludere Alessandria, Pavia e Real Vicenza. Senza dimenticarne altre che potrebbero farsi vive a breve. La situazione al momento non è ancora ben delineata, non c'è quindi una favorita".
Sei a Bassano da 4 anni. Nonostante i problemi nelle prime stagioni sei rimasto giallorosso. Come mai non hai cambiato aria?
"Per un giovane credo che questo sia l'ambiente ideale per maturare: non ti darà quella sensazione di piazza importante come Salerno ma ti regala la serenità di poter pensare solo al campo e di migliorare in tranquillità. In più in questa città si sta bene e la gente è fantastica. Io mi trovo benissimo qui".
Ti senti un po' veneto?
"Quando mi domandano di dove sono quasi quasi mi viene da rispondere Bassano e non più Torino..."
Questo è il tuo ultimo anno da under. Paura per il futuro?
"Essendo giovane forse in questi anni avrò usufruito di tale regola, eppure la trovo controproducente sia per i più piccoli che per i più esperti. Sono dell'idea che deve scendere in campo chi merita di giocare, a prescindere dall'età. Per questo ti dico che la cosa non mi spaventa perché credo nella meritocrazia e nelle mie forze".
Sappiamo che sei molto amico di Toninelli, terzino sempre del Bassano. Allora esiste l'amicizia nel calcio?
"Avendo vissuto tre anni insieme potrei considerarlo la mia fidanzata (ride NdR): ci vedevamo 24 ore al giorno, in campo e fuori, molto più che con la mia vera ragazza. Son felice che il rapporto lavorativo a Bassano con lui continui a proseguire: c'è un bel rapporto tra di noi, un'amicizia vera che ho anche con altri compagni che non considero più solamente dei colleghi sul lavoro e con i quali mi vedo anche fuori dal campo.
Anche se la mia attività preferita quando non gioco è guardare film: passo ore sul divano a farlo perché mi rilassa e mi fa divertire. Per questo preferisco le commedie leggere ai film pesanti".
Come mai nei primi due anni, con grandi investimenti, avete collezionato una retrocessione e una mancata promozione mentre nella passata stagione, con l'addio declamato dalla proprietà e un budget molto minore, vi siete regalati quel grande exploit che continua ancora adesso?
"Un motivo non è facile trovarlo, forse il bello del calcio è proprio questo. Posso dire che nella stagione della retrocessione dalla 1^ Divisione, la mia prima tra i professionisti, ci è girato tutto storto, con l'aggravante che l'ambiente veniva da un anno esaltante in cui si era sognato qualcosa di più. Il campionato dopo, al contrario di chi ha parlato vedendo la situazione da fuori, è stato buono e l'abbiam perso solo ai play-off dopo aver stazionato a lungo in zona promozione. L'anno scorso è andato tutto per il verso giusto, i campionati si vincono con un po' di fortuna. In più si è creato un legame magico tra squadra, tifosi e società che forse prima era un po' venuto a mancare. Siam stati bravi a ridare entusiasmo a una città che l'aveva perso".
Che tipo di rapporto hai con il presidente Stefano Rosso?
"Ottimo, come con tutta la dirigenza. Quando ci incontriamo si informa sempre sulle mie condizioni. Ha sempre dimostrato grosso interesse nei miei confronti, in più siam riusciti ad avvicinare ancor di più la famiglia Rosso dopo i buoni risultati degli ultimi periodi".
I due pilastri della passata stagione, Petrone e Berrettoni, sono passati all'Ascoli e stati sostituiti da Asta e Nolè. Vedendo come stanno andando le cose mi sa che il cambio è stato indolore...
"Emanuele (Berrettoni NdR), oltre a essere dal mio punto di vista un giocatore di categoria superiore, è un grande uomo: una persona strepitosa che a noi giovani ha dato tanto e col quale ancora mi sento. Uno come lui nello spogliatoio farebbe comodo a chiunque. Di mister Petrone non posso che parlarne bene: ha fatto crescere tutti, facendoci esprimere al meglio: tanto di cappello per lui. Dispiace siano andati via ma chi è arrivato sta facendo benissimo perché ha lo stesso spirito nostro. Il mister ha portato le sue nuove idee, sposate in pieno dalla squadra e i risultati lo mostrano chiaramente. Anche Raffaele si è integrato subito e molto bene: non a caso è già stato decisivo in diverse occasioni".
A giugno in Supercoppa di Lega Pro quanto ti piacerebbe incontrare l'Ascoli?
"Sarebbe un sogno esserci perché vorrebbe dire Serie B. In più rivedere in campo e battere i nostri ex compagni sarebbe divertente, visto che in campo non si guarda in faccia nessuno".