Una poltrona per tre, ecco il girone dell'incertezza. Padova +10 e lode, la rivincita di Mirabelli. Taranto alla deriva, ci mancava l'amico di Saddam
La marcia inarrestabile del Padova non conosce ostacoli: più forte di tutto, anche di un arbitraggio discutibile, la capolista del girone A scava un solco difficilmente colmabile tra sé e le altre: 10 punti di vantaggio sul Vicenza, 17 vittorie e 3 pareggi in 20 giornate. Miglior attacco, difesa meno battuta e secondo molti già un piede in B, almeno stando alla manifesta superiorità dimostrata. É la rivincita di Massimiliano Mirabelli, il direttore sportivo che questo gruppo l’ha costruito in maniera paziente tirando dritto tra mille difficoltà. Chi lo avrebbe detto in estate?
Pochi, di sicuro non la tifoseria biancoscudata un po’ disamorata per le delusioni accumulate negli ultimi anni dalla quale è stato duramente contestato. In realtà a questo dominio non si è arrivati attraverso scorciatoie tipo colpo dispensiosi per lanciare fumo negli occhi ma con la politica dei piccoli passi, pensando prima di tutto a sistemare i conti appesantiti dalla precedente gestione non esattamente virtuosa, per non dire allegra.
Se adesso la squadra di Andreoletti vola sul campo e guarda tutti dall’alto è anche perché si sono create le premesse in precedenza, grazie a scelte lungimiranti, basti pensare alle plusvalenze ricavate dalle valorizzazioni di Moro, Vasic e Leoni. Il vero capolavoro di quest’anno è stato mantenere un blocco solido che già l’anno scorso aveva dimostrato il proprio valore, puntellandolo con un paio di innesti funzionali e soprattutto azzeccare la guida tecnica alla quale affidarlo per farlo esprimere al massimo. Coniugare i risultati sportivi con quelli di bilancio è il vero motivo di vanto e dimostra come soprattutto in Serie C, dove non girano soldi a palate, la programmazione diventa fondamentale.
Ma quanto è bello il girone B? Tre squadre appaiate al comando della classifica e la sensazione che questo triello possa giocarsi la promozione diretta fino a maggio in una lunghissima e appassionante volata dall’esito più che mai incerto. La supersfida al vertice fra Pescara e Ternana si conclude con un nulla di fatto, anche se le Fere si sono fatte preferire considerando che gli abruzzesi giocavano in casa. E chissà che tra le due litiganti alla fine non possa godere la Virtus Entella: il primo posto agganciato non è frutto del caso, premia semmai la decisione affatto scontata della proprietà di ripartire da un allenatore esperto della categoria come Fabio Gallo, nonostante fosse reduce da una stagione molto deludente conclusa con una soffertissima salvezza arrivata solo all’ultima giornata, dopo aver rischiato grosso.
Giochi decisamente aperti anche al Sud, con le prime cinque racchiuse in appena cinque punti. Ma qui il tema è un altro e riguarda la situazione ormai disperata di Turris e Taranto, col rischio che venga alterata la regolarità del torneo. L’ultima proposta per rilevare il club jonico, dopo l’uscita di scena di Apex Capital Global, arriva da Giovanni Di Stefano, meglio noto come l’avvocato del Diavolo. Che poi avvocato non lo è neanche perché ufficialmente sprovvisto del titolo, balzato agli onori delle cronache per le amicizie con dittatori sanguinari come Saddam Hussein e Slobodan Milosevic e reduce da dieci anni di carcere scontati nelle patrie galere inglesi per reati come furto, ricettazione e pure possesso di documenti falsi. Ecco, ci mancava solo lui.