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Turris e non solo: buon 16 dicembre con l'ansia. Una sola soluzione: abbattere i costi

di Ivan Cardia

Sono ore di ansia per i tifosi in Serie C, soprattutto al sud. Entro oggi, 16 dicembre, i club devono dimostrare il pagamento di emolumenti e stipendi relativi al bimestre settembre-ottobre. La situazione più critica è quella della Turris: se il club campano non rispettasse la scadenza, rischierebbe l'esclusione dal campionato, che comporterebbe l'annullamento di tutti i risultati che la interessino. Uno scenario, per la cronaca, che in città si spera di evitare grazie all'intervento dell'ex patron Colantonio.

Situazioni da maneggiare con cura anche per Taranto e Messina. Il club pugliese, se fosse confermato il saldo degli stipendi di luglio e agosto - per il cui ritardo è arrivata una penalizzazione - non rischierebbe l'esclusione nemmeno in caso di mancato rispetto di questa scadenza. Nel caso della società peloritana non servono neanche i condizionali per escludere il rischio estromissione ma, pensando al futuro, la tranquillità non è certo di casa.

Il punto, al di là di come finiranno queste storie - e tutti ci auguriamo vada così, che si eviti un nuovo caso Catania - è proprio questo. Arrivare all'ultimo giorno utile col dubbio non è sintomo di salute, figuriamoci se si parla di tre società. Il tema, però, non è solo quello dei controlli, che ci sono e sono anche rigorosi: nelle pieghe della legislazione, anche sportiva, il pertugio in cui infilarsi - anche proprio malgrado - esiste sempre.

La questione è che, come scritto più volte, la Serie C è vicina al punto di rottura nel rapporto costi/ricavi. Lasciando da parte situazioni particolarmente "strane" - comunque propiziate da un sistema sostenibile - si fa calcio per passione, interessi locali o personali o momentanei, ma molto raramente per business vero e proprio. È per questo che la strada indicata, anche con diverse dichiarazioni, dalla Lega Pro nelle ultime settimane ci sembra quella giusta: contenere i costi, spingerli in un circolo virtuoso e spezzare quello vizioso. Non è, superfluo sottolinearlo, una strada priva di insidie e difficoltà.


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