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Trapani, vedi come si fa? Ad Avellino hanno avuto...Pazienza. Triestina, l'esonero del ds alimenta il malcontento della piazza

di Luca Esposito

Editoriale di oggi che si apre con un focus sull'Avellino. In passato non siamo stati tenerissimi nei confronti della formazione campana che, nelle ultime due stagioni, ha quasi totalmente disatteso le aspettative di una delle tifoserie più numerose e appassionate della serie C. Tuttavia, in questo caso, al netto del solo punto raccolto in due gare ci sentiamo di condividere in pieno la scelta della dirigenza e della proprietà di non esonerare il tecnico Pazienza. E' vero, buona parte dei calciatori scesi in campo contro il Giugliano faceva parte della rosa già l'anno scorso e questo amplifica gli eventuali demeriti del mister. Va detto, però, che cambiare allenatore alla seconda giornata, con un campionato ancora lunghissimo e un organico che si sta progressivamente amalgamando sarebbe un rischio. Anche perchè nessuno ha la bacchetta magica e qualunque altro nuovo profilo avrebbe bisogno di almeno un mese di tempo per trasmettere credo e metodologie di lavoro. Perinetti, anche grazie al budget messo a disposizione dall'ambiziosa proprietà, ha fatto bene a difendere Pazienza e a proseguire sulla strada tracciata in estate: che senso avrebbe svolgere la preparazione con lui e poi cambiare le carte in tavola dopo appena 180 minuti? La cura rischia di essere peggiore del male, in questo caso è doveroso predicare equilibrio e...pazienza! E' accaduto l'esatto contrario a Trapani. Non ci piace l'espressione "l'avevamo detto", ma nei nostri editoriali passati avevamo la sensazione che l'allenatore fosse rimasto in panchina più per riconoscenza per il campionato vinto in D che per reale convinzione da parte di un presidente che, con i tanti soldi messi sul tavolo, forse avrebbe optato da subito per un professionista con maggiore esperienza in questa categoria. Occorrerebbe, però che gli uomini di calcio possano far capire a patron Antonini che i nomi non bastano per garantirsi il grande salto e che caricare di aspettative un gruppo di lavoro può essere l'inizio della fine. I granata siciliani hanno un ottimo organico, raramente una neopromossa si presenta ai nastri di partenza con gente di tale spessore e che, in buona parte, potrebbe fare bella figura anche in cadetteria. Predichiamo, però, prudenza. Nella comunicazione esterna e nelle scelte a caldo dopo una sconfitta pur pesante come quella interna col Picerno.
Restando nel girone C, dispiace vedere una Turris così in difficoltà. Non c'è ancora l'ok delle autorità competenti per schierare i nuovi acquisti e, sul campo, la squadra ha già perso due partite che, in condizioni di normalità, potevano essere alla portata. Sarebbe un peccato dilapidare il miracolo calcistico fatto da Menichini la passata stagione, ne va del calore di una piazza che merita di vivere un'annata quantomeno serena. In Campania sorride invece il Giugliano, capace di battere il Taranto e di pareggiare nella bolgia del Partenio. Ciuferri è uomo copertina, un giocatore che si sta mettendo in mostra alla grande a testimonianza dell'ottimo lavoro anche in prospettiva svolto dalla dirigenza. Negli altri gironi da notare il ko pesante della Spal al Curi di Perugia, mentre va tributato un plauso a Pescara e Torres che hanno onorato il gioco del calcio dividendosi la posta in palio dopo un finale incandescente e ricco di capovolgimenti di fronte. Non ha ancora ingranato la marcia giusta la FeralpiSalò, ancora a secco di gol e ko a Renate dopo lo 0-0 interno all'esordio. Altra conferma che, per le retrocesse, la ripartenza è sempre molto, molto complicata.  Non c'è pace, infine, per la Triestina. L'anno scorso il caso Tesser, stavolta il licenziamento del direttore sportivo Donati proprio alla fine del calciomercato. Da troppo tempo i tifosi alabardati assistono a situazioni del genere, con polemiche e ribaltoni improvvisi. A chi giova cambiare assetto dirigenziale con un mercato chiuso e un gruppo costruito da chi non c'è più? Non possiamo comunque esimerci dal tributare un plauso all'Union Clodense, capace di battere il blasonato avversario pur giocando in 10 per quasi tutta la gara. Una bella risposta a chi pensa che esista solo il calcio d'elite e della Superlega: per fortuna in queste categorie prevale ancora il fascino della matricola terribile che può farsi strada anche senza tifosi numerosi alle spalle e budget faraonici.


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