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Terremoto nel girone C: così si falsano i campionati! Criteri più stringenti per l'iscrizione. Giusto dare altre chance a tecnici esonerati?

di Luca Esposito

Editoriale di oggi che si apre con un focus sugli allenatori. Anzitutto una riflessione sul regolamento e sulle modifiche apportate nell'ultimo biennio che proprio non mi convince: quando un tecnico viene esonerato, è giusto che non abbia ulteriori panchine fino al termine del campionato e che si dia un'occasione lavorativa a colleghi che sono a casa in attesa di una chiamata e del progetto giusto. Prendiamo l'esempio di Capuano: a fine giugno era a Taranto e prometteva un'altra stagione di spessore, poi è andato a Foggia e la sua esperienza è durata un mese e mezzo, ora guida il Trapani. Tutto in poco tempo e tutte nel medesimo girone, con tante polemiche pregresse proprio a Taranto da parte di un pubblico che, in virtù dei sentimenti manifestati in più occasioni, si sarebbe aspettato una permanenza sulla nave in tempesta e non un epilogo a suon di dichiarazioni polemiche e certificati medici. Sia chiaro: nessun dubbio sul fatto che il mister, sotto stress e deluso dall'evolversi di una situazione tuttora poco chiara (ma ci torneremo dopo), possa aver somatizzato. Ma tre panchine in pochi mesi è quasi un record: riuscirà a fare la differenza ora che guida una rosa che, presa singolarmente, vale le primissime posizioni? Parola al campo. A proposito di esonerati che tornano in sella, oggi è toccato a Formisano: dal Perugia alla Pianese, ironia della sorte con esordio in campo esterno al Curi. A me personalmente, tutto questo non piace e ritengo si penalizzino professionisti che meriterebbero la loro opportunità e che invece restano spettatori. A questo punto si dia anche ai giocatori, i veri protagonisti, la chance di cambiare fino a tre maglie a stagione. Altrimenti si cade in una delle tante contraddizioni che purtroppo attanagliano e caratterizzano questo sport. Veniamo ora a note ancora più dolenti. Perchè si rischia davvero di falsare il girone C viste le voci che parlano di Turris, Messina e Taranto sull'orlo del precipizio. In Puglia è slittato il closing, la cosa triste è che si meravigliano in pochi visto che la nuova società non aveva fatto breccia nel cuore della gente al netto della conferenza stampa di metà ottobre caldeggiata anche da esponenti politici locali.

Oggi un altro rinvio a 3 giorni dalle scadenze per il pagamento degli stipendi, nella migliore delle ipotesi si andrà incontro ad un'altra penalizzazione che sancirebbe una retrocessione certa in D, un girone di ritorno con tanti giovani che rischiano di essere bruciati e l'addio dei più esperti. E se ci fosse l'estromissione, cosa direbbero le squadre che hanno vinto sul campo e che perderebbero punti? Scadenze da rispettare anche per Turris e Messina, club che ha perso anche la direzione tecnica di Pavone e che da mesi sembra a un passo dalla cessione salvo poi leggere sui giornali di closing che slittano, garanzie che non arrivano e proprietà a caccia di nuovi investitori. Ribadiamo un concetto: all'atto dell'iscrizioni si devono fornire garanzie a lungo termine, con paletti stringenti in quei casi che da subito appaiono spinosi. Chi risarcirà i tifosi in caso di "tagli"? In che condizioni si stanno allenando calciatori professionisti che certo non guadagnano le cifre dei colleghi che calcano palcoscenici di categoria superiore? Che caos, che tristezza: questo non è sport! Provando a parlare di aspetto tecnico, a Perugia la società dichiara che Zauli abbia chiesto due innesti per reparto. In pratica una mezza rivoluzione. Domanda: con quale spirito i giocatori in rosa affronteranno le ultime battaglie calcistiche sapendo che l'allenatore non ha poi questa grande fiducia? Il mister pensi a dimostrare le sue qualità valorizzando la rosa a disposizione e ripagando la fiducia di chi ha creduto in lui pur non avendo fatto poi chissà cosa in quel di Crotone nella stagione passata. Gli umbri hanno deluso le aspettative in un girone B che si sta dimostrando interessantissimo: la Ternana aggancia un Pescara che ha dilapidato il vantaggio accumulato perdendo punti con le ultime della classe, l'Entella è lì in agguato, la Torres è discontinua ma lotta e la Vis Pesaro di Stellone non è più una sorpresa. Ciò che sorprende, invece, è l'impatto così e così di Menichini a Pontedera: il 5-1 sulla Spal sembrava l'inizio della risalita, poi sono arrivati cinque ceffoni a Rimini e la classifica è peggiorata di nuovo. Panchina a rischio? Nel girone A il Padova ha ripreso quota e festeggia la sconfitta del Vicenza con la Triestina, rinata - non a caso - da quando è tornato Tesser. In coda ancora male la Pro Vercelli, battuta nell'anticipo dal Renate e discontinua al pari di una FeralpiSalò che aveva tutto per tenere il passo del tandem di testa, ma ha fatto tanta fatica. Nel raggruppamento meridionale, infine, sembra proprio l'anno del Benevento: la vittoria in rimonta e al 92' a Trapani è una bella mazzata per le dirette concorrenti, sebbene l'Avellino provi quantomeno a non attardarsi ancora come testimoniato dal successo di ieri sera con l'Altamura. E, nelle zone basse, la classifica sarà scritta presumibilmente anche fuori dal rettangolo verde: non c'è da aggiungere altro.


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