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Schillaci, addio al re delle notti magiche. Argurio, che dramma! A Pescara sta tornando l'entusiasmo

di Luca Esposito

Editoriale di oggi che si apre inevitabilmente con le brutte notizie che hanno contraddistinto una settimana tristissima. A partire dalla morte di Totò Schillaci. Quello delle notti magiche, del calcio che univa le famiglie e che era pieno di senso d'appartenenza, del bacio alla maglia azzurra dopo un gol. Erano i tempi di Italia 90, fu uno dei trascinatori di un gruppo che fece sognare milioni e milioni di appassionati che hanno seguito le recenti e tragiche vicissitudini ritrovando un po' di speranza quando il bollettino medico ufficiale parlava di "lieve miglioramento". Poi il crollo improvviso e quell'ANSA che nessuno avrebbe mai voluto leggere. Mancherà a tutti, una di quelle figure inspiegabilmente fuori da quadri di una Federazione che, per tornare ai fasti di un tempo, avrebbe bisogno di affidarsi a uomini di sport, a gente che ha saputo emozionarsi e che ha onorato quello che, all'epoca, era davvero il gioco più bello del mondo. Permettetemi di ricordare con altrettanto affetto e rispetto anche Christian Argurio, direttore sportivo da febbraio al Novara che, nel recente passato, aveva lavorato a Catania. Un malore improvviso, la corsa in ospedale, la situazione che è sembrata da subito compromessa. Credeteci, non è la classica frase fatta parlare di grande uomo, di persona vera, profondamente innamorata del proprio lavoro e stimata dal presidente, dai tifosi, dalla squadra, da tutti coloro che hanno avuto l'onore di condividere con lui parte del percorso professionale. I tanti messaggi di cordoglio da parte di squadre anche di categoria superiore testimoniano che ha saputo lasciare una traccia tangibile nel calcio, forse avrebbe meritato qualche prima pagina in più perchè - senza fare polemica - riteniamo non esistano morti di serie A e morti di serie B. Un abbraccio sincero al Novara Calcio, chiamato a superare questo momento drammatico anche grazie all'esperienza di un dirigente come Lo Monaco che certo saprà toccare le corde giuste per ripartire. Proviamo ora a parlare di calcio e ad analizzare quanto sta accadendo nei tre raggruppamenti.

Nel girone A la vera delusione è la Triestina, sconfitta addirittura per 1-5 dall'Atalanta23 e protagonista di una prestazione a tratti sconcertante. "Per ora nessun contatto" la risposta di Tesser a chi ipotizzava un suo ritorno, potrebbe effettivamente essere l'unica scelta in grado di mettere d'accordo tutti e di restituire serenità alla tifoseria. Bene il Padova - pur in attesa di gare più complicate - il Renate si conferma in testa alla classifica a punteggio pieno, il Vicenza non ha ancora la brillantezza dello scorso girone di ritorno ma ha battuto in scioltezza la Pro Patria e mette nel mirino la vetta. Nel raggruppamento B, il Pescara è davvero la squadra dell'ultimo minuto. Altro gol - in realtà è un'autorete - in zona Cesarini e pubblico biancazzurro che sta progressivamente legandosi alla rosa guidata da un Baldini che non nasconde le proprie ambizioni e parla apertamente di obiettivo promozione diretta. Occhio, però, ad una Ternana che, per formazione tipo, non è inferiore a nessuno e può contare su calciatori abituati a calcare palcoscenici più importanti. Bella partita nel recupero tra Torres e Milan Futuro, uno 0-0 che rilancia le quotazioni dei rossoneri dopo il ko interno senza appello con l'Ascoli e che testimonia la solidità difensiva dei padroni di casa. Nel girone C, infine, il Team Altamura ne perde un'altra pur tenendo testa al Benevento fino al 90'. La sensazione è che manchi qualcosa in tutti i reparti per evitare la retrocessione, chissà che la dirigenza non possa provare ad attingere dal mercato degli svincolati. Si ferma ancora l'Avellino, a secco di vittorie pur avendo evitato la sconfitta al 95' nel derby di Cava. Una reazione d'orgoglio che fa capire che il gruppo è comunque dalla parte di un allenatore che, in questo fine settimana, si gioca praticamente tutto.