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Malu, Zerbo, Quistelli: com'è dura la vita del dirigente nell'Alessandria di Benedetto. L'ennesima rottura, con accuse incrociate, rende sempre più incandescente la situazione

di Tommaso Maschio

Fare il dirigente all’Alessandria questa estate (ormai giunta alle battute finali) è uno dei mestieri più complicati che si possa immaginare. Se l’arrivo di una nuova proprietà al posto di Luca Di Masi aveva fatto sperare la piazza in una svolta positiva ben presto le cose sono precipitate prima con la rottura fra i due soci – l’italiano Enea Benedetti e il francese Alain Pedretti – con il primo rimasto alla guida del club e il secondo che si è fatto da parte pur continuando a chiedere i soldi che gli spettano.

Una situazione che ha portato all’addio di quel René Lobello che era stato scelto per guidare i Grigi e di Malu Mpasinkatu, annunciato come direttore sportivo senza però che il suo contratto venisse mai depositato negli uffici preposti. Con Benedetto solo al comando si era così costruita una nuova catena dirigenziale che vedeva Rinaldo Zerbo nel ruolo di direttore generale e Umberto Quistelli come direttore sportivo. Tutto sistemato? Neanche per sogno.

Nelle ultime settimane infatti sono saltati anche questi due dirigenti e in entrambi i casi sono volati gli stracci: Zerbo infatti è stato accusato dal club di “presunti comportamenti poco urbani, e caratterizzati anche da minacce verso terzi, inclusi tifoseria, personale e organi di stampa” con il presidente che ha rincarato la dose spiegando che il dg avrebbe ceduto alcuni giocatori della prima squadra per favorire il figlio che milita nella Primavera grigia. Accuse respinte al mittente dal diretto interessato che anzi ha spiegato di vantare crediti da parte del presidente e delle società stessa.

Nella giornata appena passata invece è stato il ds Quistelli a venir sospeso dall’incarico sempre per le stesse motivazioni di Zerbo: “comportamenti e atteggiamenti aggressivi e anche intimidatori e le molteplici segnalazioni di tale condotta non conforme alla mansione ricoperta dallo stesso e la situazione di pericolo sociale, davanti a testimoni gli ho chiesto le immediate dimissioni”. Richiesta di dimissioni respinta da Quistelli che ha poi denunciato l’aggressione del market maker Michel Stojkovic (“mi ha colpito mentre ero girato di spalle con un pugno al volto e allo stomaco. Poi ho chiamato i Carabinieri”) e poi, come da copione già visto, attaccato il massimo dirigente accusandolo di dire falsità sul suo conto, annunciando di essere pronto alle vie legali per difendersi.

Una situazione incandescente che rischia di compromettere ulteriormente la, già poca, serenità in casa piemontese e pone ulteriori dubbi sulla tenuta della società Grigia che sta facendo parlare di sé più per questioni di diatribe fra soci e dirigenti che per quanto fatto sul campo.


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