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Ma che Coppa abbiamo noi?

di Sebastian Donzella

La stagione di Serie C è ufficialmente iniziata con i primissimi turni di Coppa. Mettere minuti nelle gambe, provare soluzioni tattiche, cercare di mettersi in mostra per chi ha lavorato senza problemi in estate. Cercare di scendere in campo, evitare goleade, provare ad arrivare al novantesimo il prima possibile per chi, invece, ha vissuto un'estate da incubo. In ogni caso, non è lesa maestà affermare che la Coppa Italia Serie C inizia a diventare interessante, e seguita, quando restano in ballo otto squadre. Dai quarti di finale in poi, insomma, chi è rimasto vede la luce in fondo al tunnel e, magari, quel bel posticino comodo comodo nei playoff.

Il problema vero, secondo chi sta scrivendo, è che tutte queste partite dovrebbero essere valide per un'altra Coppa Italia, quella dei "grandi". Perché in Inghilterra, Francia, Germania e, in parte, Spagna, alla coppa nazionale partecipano una marea di club delle serie minori mentre in Italia possono esserci solamente quattro squadre, ovvero le seconde classificate dell'ultima Lega Pro più la vincitrice della Coppa Italia Serie C, che devono sfidarsi subito in un turno preliminare? Copiamo tanto dall'estero (le Final Four della Supercoppa Italiana, per esempio, provando a dimenticare i quattro spettatori sugli spalti in Arabia Saudita) ma non le idee più interessanti.

È vero che l'organizzazione della Coppa Italia spetta alla Lega di A però tutto avviene sotto l'egida della FIGC, guidata dall'ex presidente della stessa Lega Pro. E spiace che proprio durante il governo Gravina il format sia stato ritoccato per escludere ancor di più i club di C. Siamo sicuri che Pergolettese-Juventus non sarebbe seguita allo stesso modo di un Como-Genoa? All'estero è la regola, per noi sarebbe una bellissima novità.


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