Lutto Foggia, col Catania non si doveva giocare. Taranto meriterebbe un pizzico di serenità
Editoriale di oggi che si apre con una profonda riflessione su quanto accaduto a Foggia nella scorsa settimana. Senza scadere nella retorica o nel moralismo, ma ci chiediamo: rispetto ad interessi economico-sportivi, quanto vale una vita umana? Possibile che si rinviino gare per motivi talvolta futili come la convocazione in nazionale di due tesserati, ma nessuno si è immedesimato nel dolore dei calciatori rossoneri che hanno convissuto con un dramma incredibile trascorrendo giorni surreali. Tre giorni prima della gara, il Foggia tutto aveva assistito dal vivo e nel proprio stadio alla solenne celebrazione dei funerali, tra le urla strazianti dei genitori, le lacrime degli amici e l'abbraccio di una città e di una provincia che tuttora fatica a parlare di calcio. Chi doveva chiederlo, chi concederlo, poco importa: è stato un autogol e un cortocircuito collettivo. Perchè Foggia intera meritava di poter vivere quel dolore senza l'obbligo di tornare in campo come nulla fosse successo, addirittura senza che - a differenza di quanto fatto dalla Lega Pro, unica presente anche al funerale, sul campo dei rossoneri - a livello nazionale si disponesse minuto di raccoglimento negli altri stadi. Solo i tanto criticati ultras hanno fatto fronte comune dando lezione di sportività, senso civico e rispetto: non c'è stata una sola curva italiana che non ha esposto uno striscione in ricordo dei tre sfortunati angeli rossoneri. Complimenti comunque ai calciatori di Capuano, ma anche al Catania, per aver dato lezione di professionalità onorando l'impegno fino alla fine, pur in un clima che sarebbe eufemistico definire surreale. Provando a parlare di sport e di aspetti tecnici, possiamo dire che anche il Taranto sta pagando a caro prezzo una situazione ormai da mesi irreale.
Dal sogno serie B al baratro della D, con il dietrofront di Giove, un ds costretto a cedere tanti calciatori per mettere a posto i bilanci, una nuova proprietà che pare abbia pagato seppur con qualche giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia e una penalizzazione che renderà il cammino salvezza ancora più tortuoso. Per Gautieri, talvolta criticato ingenerosamente, non è certo semplice isolare il gruppo da un caos del genere, peccato anche per una tifoseria che meriterebbe chiarezza ma anche un minimo di interessamento in più da parte di un'imprenditoria, quella locale, che latita e pare non rendersi conto che in ballo c'è il futuro di un club glorioso e degno di categorie superiori. A Cava, invece, è stato esonerato Di Napoli. Una scelta forse frettolosa. Torna Maiuri e riprende il discorso interrotto qualche tempo fa, ma l'artefice della promozione avrebbe meritato almeno un'altra chance. Intanto ieri si sono disputati i primi anticipi e non sono mancati risultati a sorpresa. Il Rimini pareggia a Terni e ciò potrebbe favorire la fuga del Pescara ben costruito dal ds Pasquale Foggia, cade ancora il Gubbio che è costretto ora a ridimensionare le proprie ambizioni, Pro Patria e Trento conquistano un altro risultato utile consecutivo mentre a Vercelli trema Paolo Cannavaro dopo la sconfitta interna per 0-3 con un Arzignano apparentemente in crisi. Chissà che in queste ore non ci possano essere riflessioni all'inetrno della società bianconera.