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Le parole di Marani e quella sensazione 'nuova' che ha trasmesso sul mondo della Serie C

di Luca Bargellini

È stato un vero e proprio fiume di parole quello che Matteo Marani, neo rieletto presidente della Lega Pro, ha diffuso nell'universo della Serie C attraverso i microfoni di TMW Radio. Un'ora di chiacchierata, dopo la nomina arrivata ieri 'per acclamazione' dall'Assemblea Elettiva, che tocca tutti i temi più importanti dell'attualità, ma non sol, dell'universo che ruota attorno alla terza serie professionistica del calcio italiano.

Evito, per celerità, di andare a ripercorrere punto per punto quanto detto da Marani (clicca qui per il riepilogo integrale dell'intervista), ma credo sia opportuno soffermarsi su cosa ha trasmesso questo intervento. Almeno al sottoscritto Ovvero la sensazione di omogeneità, intesa e affiatamento che la Lega Pro emana verso coloro che non la vivono dall'interno.

Questa Lega Pro regala, probabilmente per la prima volta dopo tanti anni, la convinzione di ragionare, valutare e muoversi come un corpo unico. Basta, dunque, con le sessanta soggettività che si accordano di volta in volta sui vai temi e benvenuto ad una Lega a cui gli stessi club demandano con fiducia e convinzione una parte delle decisioni, convinti che verrà perseguito il bene comune. Senza eccezioni e senza favoritismi.

Probabilmente un unicum nel calcio italiano. Una concezione, questa, molto più anglosassone del vivere un sistema che comprende così tanti soggetti al suo interno. Un qualcosa che reputiamo tutti noi normale, arrivando quasi al limite della banalità, se si pensa alla Premier League o, per allontanarsi dal mondo del calcio, all'NBA. Una mosca bianca se, invece, si rimane all'interno del Belpaese:

Ovviamente il paradiso sportivo non è (e non sarà mai) una definizione legata a doppio filo al nome della Serie C, ma qualcosa d'importante è stato fatto. E la voglia di capire dove, tale percorso, potrà arrivare, c'è. Sempre e per sempre con la voglia di puntare alto.


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