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La presa di posizione di Marani sulle seconde squadre. Un punto di patenza per valutare il futuro

di Luca Bargellini

Chi ha la pazienza (o la sfortuna) di leggermi da qualche tempo su queste colonne sa bene che non sono e non sarò mai un fan del progetto “seconde squadre”. Ok gli indubbi vantaggi per lo sviluppo e la crescita dei giovani calciatori nei vivai più importanti d’Italia (Juventus e Atalanta oggi, Roma, Torino, Fiorentina, Sassuolo domani?), ma il danno alla crescita oltre che alla vita stessa dei piccoli club di provincia sono, a mio avviso, ben più grandi.

Da questo punto di partenza non posso far altro che accogliere con gioia le dichiarazioni del numero uno della Lega Pro, Matteo Marani, sul tema in oggetto “I criteri per le seconde squadre ci sono e vogliono l'inserimento in caso di mancata iscrizione”. Un messaggio assolutamente chiaro a chi, in Serie A, voleva un maggiore spazio per le squadre B, magari ad ulteriore danno delle piccole realtà della terza serie.

Spero sinceramente che non ci siano deviazioni da tale percorso, dato che la ‘mission’ della Lega Pro, nato assieme a Francesco Ghirelli, era ed è ancora “Il calcio che fa bene al paese”. Ovvero un radicamento al territorio così capillare da tenerlo in vita fin nelle sue più piccole unità. Un concetto ben lontano da un ulteriore rafforzamento di un oligopolio già in atto.

Ovviamente da bravo illuso quale sono la realtà probabilmente non rimarrà tale a lungo. Ma almeno adesso abbiamo una presa di posizione chiara su cui poggiarci.


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