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La pioggia nel Pineto grazie all’ammazzagrandi. Triestina, finalmente un po’ di buonsenso

di Redazione TC

Chiamatelo pure Ivan l’ammazzagrandi. L’Ivan in questione di cognome fa Tisci e di professione l’allenatore. Il suo arrivo un paio di mesi fa sulla panchina del Pineto ha segnato la svolta della stagione per la compagine abruzzese, che con l’ex centrocampista in panchina ha cambiato letteralmente marcia e ora sogna un posto al sole in zona Playoff. Mica male per chi era sbarcato al capezzale di una formazione in piena zona retrocessione. Vittorie brillanti e di prestigio contro Milan Futuro e Perugia fino all’exploit dell’Adriatico, dove il piccolo Pineto ha steso la capolista Pescara. Una gioia incredibile in un derby regionale che ha riaperto un po’ i giochi promozione (Ternana ed Entella ora sono a -4 dal Delfino). Dietro l’ascesa del Pineto c’è il lavoro di un tecnico poco reclamizzato, ma che aveva già lavorato molto bene in Puglia negli ultimi anni tra D e C. Da calciatore Tisci aveva sfiorato la promozione in Serie A col Pescara di Delio Rossi e Galeone alla fine del Ventesimo Secolo. Chissà che tra qualche anno non ci possa arrivare da allenatore nella massima serie. Un passo alla volta, ma sognare non è vietato. Intanto a Pineto se lo tengono stretti: l’intuizione di qualche settimana fa del ds Marcello Di Giuseppe si è rivelata vincente. Nuovi Vivarini crescono. D’altronde il Pigmalione è il medesimo. E Tisci può raggiungere traguardi importanti in futuro come una delle creature predilette di Di Giuseppe. Per Bruzzaniti e compagni il traguardo Playoff appare, infatti, alla portata dopo la cura ricostituente Tisci…

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. L’ennesima svolta della Triestina fa rima sta volta con buonsenso. Dopo tante scelte cervellotiche una decisione di campo che fa ben sperare i tifosi alabardati. Il motivo è semplice: nel calcio non si ci si può improvvisare e pare l’abbiano capito, finalmente, anche dalle parti di Trieste, dove hanno puntato sull’usato sicuro Attilio Tesser per sistemare le cose in panchina. Stop alle scommesse (Santoni) e ai debuttanti in categoria (Clotet), spazio a chi la C la conosce come le proprie tasche. Chi meglio del tecnico di Montebelluna per provare a raddrizzare una stagione che volge verso il precipizio della D. Lo diciamo ora e in largo anticipo: Tesser può aggiustare le cose e portare la nave Triestina nel porto sicuro della salvezza. Magari pure grazie a qualche innesto di mercato a gennaio. Anche qui spazio a chi il ruolo di diesse lo sa fare come Daniele Delli Carri, a caccia di rilancio dopo qualche passaggio a vuoto. Non va dimenticato che l’ex difensore centrale del Piacenza tutto italiano di fine Anni Novanta fu l’artefice del Pescara di Zeman, che un paio di lustri fa stravinse la B. E allora attenti a quei due. La voglia di rivalsa di Tesser (quando fu esonerato l’anno scorso la Triestina era terza è lottava per la B) e Delli Carri si preannuncia essere il propellente ideale per far ripartire un gigante da piedi d’argilla con la compagine giuliana. In fondo peggio di così era dura fare negli ultimi a Trieste…


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