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La nostra proposta: prorogare il mercato di due settimane. Stadi chiusi o deserti, il Governo ha fatto flop: chi risarcisce le società e gli abbonati?

di Luca Esposito

Editoriale di oggi che si apre con una panoramica generale e con una proposta che umilmente il nostro portale si sente di portare avanti. L'argomento di discussione più gettonato, come noto, è il mercato, ormai iniziato da due settimane senza che ci siano ancora colpi ad effetto. Come ampiamente prevedibile, la crisi legata al Covid ha frenato tutti i presidenti della Lega Pro e sono pochissimi i direttori sportivi che potranno operare con un imponente budget a disposizione. E se le big restano ferme al palo in attesa di sviluppi o di affari last minute, come possiamo sperare che le matricole o le ultime della classe possano spendere capitali e rinforzare gli organici? A distanza ormai di due anni da un evento inatteso e che ha distrutto e stravolto le vite e le abitudini del mondo, possiamo dire con tristezza che la pandemia ha ormai messo in ginocchio il calcio italiano, al punto che l'inizio del girone di ritorno è stato rimandato di alcune settimane condizionando il modo decisivo il lavoro degli allenatori. Questa la proposta: a nostro avviso sarebbe opportuno che le autorità sportive competenti, almeno a livello professionistico, proroghino il mercato almeno di un paio di settimane consentendo a tutti i club di ritrovare serenità ed equilibrio dopo i tanti focolai covid e ragionare meglio sugli acquisti e le cessioni da effettuare. Il timore di arrivare a febbraio con rose incomplete e giocatori disoccupati è concreto, anzi sarebbe nell'interesse di tutti avere organici numericamente abbondanti proprio per sopperire all'eventuale emergenza ed evitare ricorsi, 0-3 a tavolino, ragazzini in campo o rinvii a ripetizione senza date sufficienti per recuperare. A volte l'Italia è l' "ufficio complicazioni affari semplici": la situazione è già drammatica e complessa di suo, laddove possibile si provi a far prevalere il buonsenso facendo tutto il possibile per convivere con l'emergenza senza falsare i campionati. Gli unici due nomi di spessore che circolano in queste ore sono quelli di Ardemagni e Iemmello. In quest'ultimo caso è un bel testa a testa tra Avellino e Catanzaro: i giallorossi, fino a 48 ore fa, sembravano nettamente avanti, ma gli irpini vogliono affiancare a Maniero un centravanti altrettanto forte fisicamente e che abbia personalità ed esperienza in categoria. Iemmello, tuttavia, dovrà ritrovare le motivazioni giuste dopo un triennio che lo ha visto più spettatore che protagonista, senza dimenticare le retrocessioni accumulate e qualche episodio non simpaticissimo ai tempi di Foggia. E', quindi, l'ultimo treno per chiudere la carriera positivamente e non in totale anonimato come accaduto ad altri colleghi.

Si attende di capire, invece, quale sarà il futuro di Moro, esploso meravigliosamente a Catania e ora valutato circa 3 milioni di euro. "Oggi il calcio è cambiato, basta fare qualche buona partita per avere valutazioni spropositate. Ai miei tempi era diverso. Anche in A mi pare che il livello si sia abbassato, è come se si giocassero due campionati differenti. Sicuramente ci sono dei profili interessanti, ma è necessario che crescano in modo graduale per non bruciare le tappe" ha detto di recente il ds del Siena Giuseppe Cannella, una sorta di insegnamento per i colleghi più giovani. Altro argomento spinoso è quello della riduzione della capienza degli stadi, un autogol del premier Mario Draghi che aveva garantito la presenza sugli spalti a tutti coloro che, rispettando le regole, avessero fatto i vaccini e ottenuto il famoso e discusso Green Pass. Per fortuna, a oggi la Lega Pro non ha seguito questa strada: pensare che impianti enormi come il San Nicola di Bari debbano ospitare appena 5000 persone è utopistico, è come se i biancorossi scendessero in campo a porte chiuse, ancor di più perché il panorama ultras nazionale contesterà queste restrizioni e resterà a casa a prescindere. Uno schiaffo in pieno volto per quelle società che hanno programmato investimenti anche in funzione di potenziali incassi al botteghino. Mettiamoci d'accordo: un luogo all'aperto frequentato da soli vaccinati o "tamponati" è davvero pericoloso? Quali evidenze scientifiche ci sono? La gente ha voglia di normalità ed è assurdo che le squadre debbano ritrovarsi nel deserto dopo un anno e mezzo in cui si giocavano le partite ma non provavamo nessuna emozione. Anche in questo caso prevalga il buonsenso.


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