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La C fa un passo, il sistema no. Clotet, è un gesto inaccettabile

di Ivan Cardia

Ho molto apprezzato, sarà che sono stati temi trattati spesso anche in questi editoriali, il discorso tenuto da Matteo Marani in occasione dell’ultima Lega Pro. Due passaggi su tutti. Il primo è legato alla disponibilità a venirsi incontro, che nelle altre componenti è risultata pressoché assente. Certo, il sacrificio non è stato così semplice da digerire e qualche piccola sacca di scontento l’ha creata, ma se manca la disponibilità di tutti a tenere insieme il sistema, e pure a farlo migliorare, non andiamo da nessuna parte.

Il secondo passaggio è più tecnico, relativo al campionato Primavera. Un po’ di tempo fa scrissi che sarebbe meglio abolirlo: una provocazione, ma fino a un certo punto. Di sicuro, per come funziona oggi, non serve a molto. Ci giocano ragazzi che altrove sono stabilmente in prima squadra o a fare altri mestieri, perché non c’è nulla di male e, se tanto finirà così, meglio saperlo prima che dopo. Metà degli allenatori pensa al piazzamento in classifica e non alla crescita dei ragazzi, lo stesso fanno i club che esonerano e scelgono pensando a vittorie o sconfitte. È un problema di mentalità, ma anche di regole perché alzare i limiti di età resta un controsenso, a maggior ragione nell’era delle seconde squadre.

Meno apprezzabile, viceversa, il clima in casa Triestina. Quanto visto nel weekend è stato inaccettabile: il gesto di Krollis è sbagliato, ma è la reazione di Pep Clotet a essere francamente incommentabile. Le debolezze sono umane, sia chiaro, ma l’anno scorso in A D’Aversa è stato processato per qualcosa che non è nemmeno chiaro in che termini sia accaduto. In questo caso, a favor di camera. Come si può pensare che il tecnico resti al suo posto? Al di là di tutto, la vicenda dà il termometro di una situazione difficile da gestire, elettrica nel senso deteriore del termine e, per carità, non certo per colpa di Clotet. Rialzarsi dall’ultimo posto, in queste condizioni, sarà complicatissimo. 


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