L’altra faccia della squadra B: la nuova Juve si fa con i soldi della Next Gen. A Catania torna l’entusiasmo, ad Ascoli serve chiarezza
Il futuro del calcio italiano? Forse, nel frattempo un mucchio di soldi. È l’altra faccia delle seconde squadre, che ovviamente nessuno fa per disinteressata passione nei confronti dei vivai del nostro pallone. È il caso della nuova Juventus: al suo primo anno da uomo mercato bianconero, Cristiano Giuntoli ha sconfessato tecnicamente il progetto della Next Gen ma in compenso l’ha consacrato a livello economico.
Iling, De Winter, Barrenechea, Soulé: la Juventus si sta rifacendo il look e finanziando il (sontuoso) mercato in entrata con le cessioni di giovani, passati per poco o per tanto nella seconda squadra bianconera. A qualcuno, specie chi non ha in simpatia le seconde squadre, la cosa farà storcere: ma come, non servivano a costruire i talenti del futuro? Per carità, non sarebbe male. Non c’è nemmeno nulla di male, ed è comunque un valore aggiunto costruito negli anni, che questi ragazzi portino un po’ di soldi in più.
Da Torino a Catania, alle falde dell’Etna è tornato l’entusiasmo. I numeri della campagna abbonamenti sono incoraggianti, l’operato sul mercato di Faggiano è un messaggio chiaro: i rosazzurri si propongono come naturale favorita alla vittoria nel girone C. Un solo minuto, il solito: servirà pedalare. Di entusiasmo ne registriamo meno attorno alle vicende dell’Ascoli, per la verità meno intricate di quello che si può immaginare. Il contenzioso con Rabona è molto mediatico, nel concreto però riguarda - senza pretendere noi di dare ragione all’una o all’altra parte - un conflitto tra la proprietà e un socio di decisa minoranza. Lì dove serve la chiarezza, in compenso, è la trattativa per la cessione del club: troppo lunga, troppi alti e bassi. O si fa o non si fa, anche perché il campionato è dietro l’angolo.