.

Il fatto della settimana - Tremano Messina, Taranto e Turris: quale futuro per loro?

di Valeria Debbia

La scadenza del 16 dicembre si avvicina e iniziano a tremare tre squadre del girone C che stanno vivendo situazioni complicate - termine anche eufemistico - dal punto di vista societario.

In casa Messina manca del tutto serenità fuori dal campo, vista la fase di transizione che fa regnare l’incertezza sul futuro. Tutto resta in sospeso, in attesa di segnali dalla AAD Invest che, dopo aver sottoscritto il preliminare a novembre, non ha compiuto le mosse economiche più significative. Questa situazione ha lasciato l’attuale proprietà, con a capo Pietro Sciotto, in uno stato di stallo. Spetterà quindi ancora una volta al presidente onorare le scadenze della prossima settimana, per poi valutare possibili soluzioni alternative: cedere il controllo della società o delegarne la gestione. Sciotto aveva riposto grande fiducia nella fiduciaria lussemburghese, come dimostrano i comunicati stampa diffusi nei mesi scorsi sulla trattativa. La scelta era sembrata convincente, sia per le modalità che per l’entità della cessione. Tuttavia, senza risposte tempestive, questa operazione rischia di trasformarsi in un clamoroso bluff e in un pericoloso boomerang per lo stesso numero uno giallorosso. Nel frattempo, la società deve fare i conti con gravi carenze, anche nelle figure dirigenziali. Alla cronica assenza di un direttore generale si è aggiunta quella di un direttore sportivo, dopo la risoluzione consensuale con Peppino Pavone. Questa situazione ha lasciato la squadra priva di un riferimento esperto, fondamentale per i rapporti con i giocatori e per l’equilibrio dell’organigramma societario.

In casa Taranto la data designata per il closing era quella di venerdì 13 dicembre, ma di questa operazione e di ogni altra iniziativa legata alla cessione del club non si è vista traccia, né sono arrivate comunicazioni ufficiali al riguardo. Nulla è cambiato: il club rossoblù rimane di proprietà della famiglia Giove, salvo eventuali dialoghi con la APEX Capital Global LLC che potrebbero aver portato a un’estensione del preliminare, scaduto proprio ieri. Per quanto si apprende, la fideiussione in Lega non è stata sostituita e, anzi, sarebbero necessari ulteriori tempi tecnici per adeguarla ai parametri richiesti dalla burocrazia italiana. A questo punto, salvo sviluppi clamorosi, dopo la scadenza federale di lunedì, gli attuali dirigenti dimissionari potrebbero tornare a farsi sentire, esponendo pubblicamente la loro versione dei fatti. Tuttavia, parlare di una trattativa definitivamente tramontata appare prematuro, anche se non ci sono segnali di avanzamento concreto, come un closing vicino o pratiche burocratiche completate. Questa situazione alimenta inevitabilmente riflessioni e preoccupazioni profonde. Sarebbe un ulteriore colpo pesante per un Taranto che, sin da fine luglio, naviga in acque agitate, incapace di trovare quella serenità indispensabile per concentrarsi esclusivamente sul calcio giocato. Tribunali, scadenze, fideiussioni, closing: in questo contesto di confusione generale, l’aspetto sportivo è finito in secondo piano.

In casa Turris forse si intravede uno spiraglio luce in fondo al tunnel grazie all’incontro di venerdì sera tra Ettore Capriola, attuale presidente del club, e Antonio Colantonio, ex patron, con la mediazione del sindaco Luigi Mennella. Le parti - come riportano i colleghi di TuttoTurris - hanno raggiunto un accordo sulla monetizzazione dei crediti d’imposta legati al Superbonus, messi a disposizione da Capriola e che Colantonio dovrebbe convertire in liquidità. Questo accordo dovrebbe portare circa 300 mila euro nelle casse coralline, attualmente vuote, offrendo un’iniezione di capitale cruciale per fronteggiare le scadenze imminenti. La disponibilità dell'ex patron, che ha accettato di assumersi il rischio dell’operazione nonostante l’assenza di certificazioni sui crediti, si è rivelata determinante per sbloccare la situazione. Tuttavia, questa cifra copre solo una parte dei 570 mila euro necessari per regolarizzare le pendenze con i tesserati, sia vecchie sia nuove. Per colmare il divario, si sta tentando di ottenere un rateizzo dei contributi INPS. La richiesta, presentata con ritardo, non offre però garanzie di approvazione, e l’esito sarà noto solo lunedì, data di scadenza federale, con la riapertura degli uffici competenti. L’ok al rateizzo sarà decisivo: senza di esso, il contratto per la conversione dei crediti – già firmato ma subordinato a questo esito – e il conseguente trasferimento di liquidità da parte di Colantonio rimarranno bloccati. Nonostante la gravità della situazione, l’accordo raggiunto rappresenta un passo avanti significativo. Tuttavia, il destino della Turris si deciderà lunedì, in un delicato equilibrio. Se tutto dovesse andare come previsto, Antonio Colantonio, pur senza rientrare immediatamente nella proprietà, dovrebbe assumere progressivamente il controllo operativo del club, garantendo la gestione ordinaria fino al termine della stagione.