Il fatto della settimana - Solo due giornate per il primo esonero: ad Avellino sconfessato il progetto Rastelli, torna in pista Pazienza
Ci siamo: come ogni anno arriva il momento in cui la prima panchina salta. C'è solo da capire quando e in questa stagione è accaduto al termine della seconda giornata. Diciamocelo: un po' meglio del campionato 2022/23 quando il primo esonero avvenne di fatto a giochi neppure iniziati (giovedì 18 agosto 2022, via Marco Marchionni dal Novara "a causa di incolmabili divergenze riguardo la programmazione della nuova stagione"), stesso periodo del campionato 2021/22 (sempre appunto dopo il secondo turno con Raffaele Di Napoli che saltò a Pagani, sostituito da Gianluca Grassadonia; mentre Francesco Parravicini si dimise dalla guida del Renate dopo il primo turno, ma si trattò appunto di una scelta assunta in prima persona dall'allenatore).
Quest'anno il primo della - ci permettiamo una profezia dettata da ciò che d'altronde ogni anno si vive a queste latitudini - lunga lista è stato Massimo Rastelli, che ha dovuto dire addio all'Avellino dopo due sconfitte di fila. Il suo successore - annunciato a 24 ore di distanza dall'esonero - è quel Michele Pazienza che nel corso dell'estate (dopo la risoluzione del 21 giugno scorso con l'Audace Cerignola, squadra che ha allenato per ben tre stagioni consecutive) era stato a lungo accostato a Crotone e Cosenza. Salvo poi vedere sfumate entrambe le piste, coi pitagorici che avevano puntato sullo Zauli-bis e i rossoblù su Fabio Caserta. Ora l'occasione per rimettersi in gioco - e per la terza volta in carriera in corso d'opera, come era già accaduto a Pisa e Siracusa - in una piazza già calda di suo, ma resa ancora più incandescente dall'avvio con l'handicap giunto dopo una stagione estremamente sottotono.
Il presidente Angelo Antonio D'Agostino ha così spiegato la decisione di allontanare un allenatore - molto conosciuto e stimato dai biancoverdi - su cui i lupi irpini avevano puntato lo scorso ottobre (facendogli firmare un contratto fino al 2024) dopo l'esonero di Roberto Taurino: "Certamente è un cambio doloroso anche umano non solo economico, ma abbiamo degli obiettivi, ci abbiamo provato ma non è andata, è sotto gli occhi di tutti. Siamo sconfortati dalla partita di ieri (il riferimento è al derby in casa della Juve Stabia, ndr) e siamo giunti a questa decisione. Credo che siamo ancora in tempo per recuperare, per questo ci siamo precipitati nella scelta dopo solo due partite. Potevamo aspettare ma poi sarebbe stato difficile risalire la china, se si vogliono raggiungere risultati poi diventa difficile inseguire, lo abbiamo visto anche l'anno scorso sulla nostra pelle. Diciamo che abbiamo valutato una continuità tra lo scorso anno e questo avvio di stagione. Perché non cambiare allenatore in estate? Pensavamo che cambiando la squadra si poteva confermare la fiducia a Rastelli, abbiamo costruito tutto intorno a lui, ma i risultati sono questi. In campo vanno i calciatori ma lui è l'allenatore".
Il nuovo tecnico si è invece così presentato: "Non sono uno psicologo, mi verrebbe difficile capire da fuori quale possa essere il problema. Quando ho scelto Avellino, nella figura dirigenziale vedo una persona importante che può insegnarmi tanto e oggi ho già imparato tanto. Ho visto pochissime volte un direttore prendersi tutte le responsabilità, si riparte da una presa di coscienza di una scelta che non ha funzionato e si riparte da capo. Io mi prenderò le mie responsabilità, secondo me la strada da ripercorrere nell'immediato deve essere questa. Non credo che solo due persone siano responsabili di tutto questo trend negativo. Ora sta a noi rimettere il treno sui binari giusti nel più breve tempo possibile".
E il primo appuntamento è proprio quest'oggi alle 20.45, contro un avversario non di poco conto come il Foggia. Un battesimo di fuoco per capire quale direzione prenderà questo Avellino.