.

IL CALCIO CEDE IL PASSO AL COMPLOTTISMO. A REGGIO NESSUNO PUO’ ESSERE CERTO DI COSA SIA SUCCESSO. ECCO QUAL E' LA MIA CHIAVE DI LETTURA SUL RIGORE A FAVORE DEL SIENA

di Gianluca Savoldi

Di solito prediligo parlare di calcio e ignorare le sterili polemiche sulle decisioni arbitrali. Questo perché trovo che il “complottismo" nel calcio sia dalla parte dei perdenti e soprattutto dei non partecipanti. Raccontarsi che è tutto scritto e manovrato da chissà quale élite è una magra consolazione tipica di chi prova a dare ad altri la colpa dei propri insuccessi, invece di cogliere la grande opportunità che la sconfitta offre: la crescita. Che poi ignorare l’opportunità per migliorarsi è fare esattamente come un cane che si morde la coda. Certo che gli arbitri sbagliano, sbagliano eccome, sono umani anche loro del resto. A volte il regolamento stesso non li aiuta, dando troppo spazio all’interpretazione, ma trovo parecchio buffo (per usare un eufemismo) che a puntare il dito contro la classe arbitrale sia gente che nel 99% dei casi (stando stretti) non ha mai aperto il “regolamento del calcio” né tantomeno letto la "circolare 1” dell’AIA per conoscere le modifiche apposte annualmente allo stesso.

Tutta questa introduzione serve per affrontare il tema di Reggiana-Robur Siena, match di domenica sera che ha scatenato feroci polemiche, squalifiche da parte del Giudice Sportivo e un botta e risposta fra il presidente degli emiliani Mike Piazza e il N°1 della Lega Pro Gabriele Gravina.

Ammetto che, inizialmente, io per primo mi sono domandato perché il signor Perotti avesse assegnato il rigore, motivo poco chiaro dalle UNICHE IMMAGINI e dall’UNICA ANGOLAZIONE di cui siamo in possesso noi sportivi. Tanto per cominciare mi era parso di ravvisare un fallo ai danni Bobb da parte di Rondanini e poi nell’immediato non riuscivo a vedere il famoso tocco di mano di uno dei difendenti (che non era dello stesso Bobb come qualcuno ha scritto superficialmente). Successivamente ho letto di tutto e mi sono vergognato del bassissimo livello culturale con il quale gli italiani si approcciano a questo meraviglioso sport. Mi è bastato guardare poche volte il replay dall'unica angolazione proposta e sono arrivato alla conclusione che nessuno può conoscere la verità, nessuno se non i protagonisti della vicenda. Eppure ho letto di tutto. Eppure non è poi così difficile guardando con attenzione capire che nessuno può giudicare l’operato di Perotti nell’occasione incriminata. Anzi, più la guardi più viene il dubbio che Perotti avesse ragione. Tanto per cominciare Rondanini salta prima e altissimo, arrivando quasi sulla palla, mentre Bobb salta in ritardo, trova l’attaccante bianconero in volo e rimbalza su di lui cadendo a terra. A quel punto nessuno ha notato e sottolineato che la palla tocca terra (coperta nell’immagine dal corpo dei due protagonisti), ma non rimbalza verso l'alto come avrebbe dovuto fare se non avesse trovato un corpo solido, con grande probabilità di Rozzio, che “coprendo il duello” sembra toccare il pallone. Si vede anche l’altro attaccante del Siena alzare il braccio per protestare e tutti i giocatori in area hanno contatto visivo verso il braccio di Rozzio.

Io non ne ho la certezza perché, di fatto, la nostra visuale è coperta, ma su questo presupposto come è possibile essere certi che il fallo di mano non ci sia stato? Misteri.

Avrei voluto parlare di calcio, e dei dubbi che invece non ci sono stati, come per esempio sulla strameritata qualificazione del Cosenza che ha annichilito la Sambenedettese. E poi delle altre partite. Ma oggi era la giornata dei “moviolisti” e non sono riuscito a trattenermi...


Altre notizie
PUBBLICITÀ