Febbre a 90°, quanti verdetti ancora in ballo nei tre gironi. Paradosso Catania: sospeso tra playoff e playout
A novanta minuti dal termine della regular season è tempo di verdetti: al netto delle promozioni e retrocessioni dirette già decise sono ancora tanti quelli da scrivere. L’incognita maggiore è quella relativa alla disputa o meno dei playout con sedici squadre potenzialmente coinvolte. Se il campionato finisse oggi non si giocherebbero in due gironi su tre, considerando la forbice maggiore di otto punti tra penultima e quintultima, ma lo scenario rischia di essere stravolto.
Tra le cose più belle di questo weekend la passerella d'onore riservata dalla Torres al Cesena: meritato omaggio reso dagli sconfitti ai vincitori di un duello entusiasmante che ha infiammato per mesi prima dell’allungo decisivo della squadra di Toscano capace di frantumare record su record facendo passare quasi in secondo piano il magnifico campionato dei rossoblù, già matematicamente sicuri del secondo posto. Per una Sardegna che ride, guardando con fiducia agli spareggi promozione, ce n’è un'altra che piange: l’Olbia saluta il professionismo dopo otto anni intensi, triste e per certi versi inevitabile epilogo di un’annata sinistra nata sotto una luna storta e proseguita pure peggio tra mille difficoltà dentro e fuori dal campo che il cambio ai vertici ha acuito invece di risolvere. L’uscita di scena del presidente Marino è risuonata come il De profundis per il club gallurese, scivolato in D tra le mani della nuova proprietà.
Menzione d'obbligo per il secondo posto morale del Taranto di Ezio Capuano, spesso snobbato ai piani alti per quell’aura di personaggio istrionico fuori dagli schemi che si è creato negli anni: un po’ allenatore e un po’ macchietta, punto di forza ma anche condanna della sua lunga carriera in cui ha raccolto meno di quanto seminato. Sul fatto che sia tra i migliori della categoria però pochi dubbi e questo campionato avrà fatto ricredere anche i più scettici. La zavorra dei quattro punti di penalizzazione lo estromette dalla lotta per la piazza d’onore, a giocarsela fino alla fine saranno Avellino e Benevento appaiati nello sprint sul rettilineo finale con gli irpini avanti però negli scontri diretti.
Paradossale invece la situazione del Catania, con in tasca il biglietto per i playoff grazie al successo in Coppa Italia ma costretto a fare risultato contro i sanniti per non vanificare tutto facendosi risucchiare nelle sabbie mobili degli spareggi salvezza con possibili conseguenze nefaste visto l’andazzo della stagione. Un misero punto in trasferta nell’intero girone di ritorno è un dato che parla da solo. Le responsabilità sono da dividere equamente tra società, dirigenza, allenatori succedutisi e calciatori, rinunciando alla facile tentazione di fare processi sommari o trovare capri espiatori. L’errore di fondo è stato aver sottovalutato l’impatto con la C, pensando che blasone e bugdet superiori a buona parte della concorrenza fossero di per sè sufficienti per scalare velocemente posizioni, ma senza progettualità non si va da nessuna parte.