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Dalla Serie C ai quarti di finale in Coppa del Mondo col Marocco. Cheddira è l'esempio di come la gavetta paghi e la Serie C possa crescere giocatori mondiali

di Tommaso Maschio

La gavetta paga e può regalare un sogno mondiale a chi per anni si è battuto fra Serie D e Serie C, da nord a sud della penisola alla ricerca di un posto al sole e un club che credesse nelle sue qualità e potenzialità. Parliamo ovviamente di Walid Cheddira che nella giornata appena passata ha messo un altro tassello a quel puzzle che si chiama sogno mondiale. L’attaccante classe ‘98 infatti ha esordito al minuto 83 della sfida fra il suo Marocco e la Spagna negli ottavi di finale del Mondiale. Un impatto positivo il suo, dopo tre panchine di fila, con una competizione che solo fino a qualche anno fa poteva solo ammirare in tv o giocarci su qualche console, con scatti e occasioni che hanno fatto tremare una delle grandi favorite della vigilia poi eliminata ai calci di rigore.

Tre anni fa Cheddira infatti cercava ancora il suo spazio nel calcio italiano iniziando a calcare il palcoscenico della Serie C con le maglie di Arezzo, Lecco e Mantova fino a guadagnarsi la chiamata del Bari che lo ha voluto fortemente e ci ha creduto più di quel Parma che per anni ha controllato il suo cartellino senza dargli mai una vera possibilità. In Puglia Cheddira è diventato per tutti Walino, protagonista della promozione prima e poi dell’ottimo avvio del campionato di Serie B con 9 reti nella prime 12 giornate che ne fanno tuttora il capocannoniere cadetto. Una crescita esponenziale quella del marocchino che ha conquistato anche l’attenzione del ct Hoalid Regragui che prima l’ha convocato per un paio di amichevoli e poi l’ha portato con sé in Qatar facendolo debuttare in una gara dal peso specifico importante, da dentro o fuori, ricevendo le risposte sperate.

Una crescita passata per sacrificio, lavoro, impegno, dedizione con gli sforzi che alla fine sono stati ripagati e presto gli potrebbero aprire porte ancora più importanti come magari la Serie A. Non male per il marocchino nato in Italia, a Loreto, che sembrava essersi perso nei meandri delle serie minori dopo che il Parma l’aveva contrattualizzato. Una rivincita anche per la Serie C, che può godersi un prodotto del lavoro che le società di terza serie fanno, anche fra mille difficoltà, con i giovani per permettergli di arrivare ai massimi livelli.


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