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Così Fagioli (che è più forte di Gavi) e la seconda squadra hanno salvato la panchina di Allegri. Sicuri che non servano a niente?

di Ivan Cardia

Botte sugli spalti e non, linciaggi di autobus e rientri a tarda notte. Il procuratore capo dell'AIA arrestato con l'accusa di essere un narcotrafficante (che sapesse o no, chi gli era vicino dovrebbe dimettersi: fesso non è meglio di complice, anzi) e un nuovo format che stenta davvero a decollare, bocciato per ora dalla stessa FIGC di Gravina. Di argomenti, belli o brutti, ve ne sarebbero diversi da discutere. Ora che la Serie A si ferma per due mesi - per fortuna la C no - sfruttiamo l'ultimo tema che il massimo campionato ci dà, per una riflessione che riguarda tutto il calcio italiano.

"Fagioli e Miretti valgono Gavi". Negli ultimi giorni, hanno fatto discutere le parole di Alessandro Costacurta, che si è permesso di non sminuire il prodotto italiano rispetto a quello estero. Da leggere, condividere e sottoscrivere. Anzi, da superare: a parere di chi scrive, in termini di qualità Fagioli è più forte di Gavi. Ma nettamente, presi nudi e crudi ci sono almeno un paio di categorie di differenza, e chi scrive li ha visti entrambi dal vivo, in più di un'occasione. Ci posso non capire niente? Per carità, ma - detto che questo non è il punto ma la provocazione, a quello ci si arriva presto - la motivazione di chi sostiene la superiorità dello spagnolo sta nel fatto che, con tre anni in meno, abbia giocato quasi otto volte le partite dell'italiano. Ecco, ma questa è una colpa di Fagioli o del sistema? Se Gavi a 18 anni supera le 60 presenze tra Liga e Champions, mentre Fagioli a 21 arriva a stento a dieci, di chi è la responsabilità? Forse di un approccio che i ragazzi ha paura di mandarli in campo, lo fa troppo tardi e poi li scopre bravi quando il tempo è bello che passato. Qualità o meno, i giovani li devi buttare nella mischia, altrimenti non lo capisci mai se meritano o no. Gavi ha avuto questa possibilità a 16 anni, Fagioli soltanto ora: fategliene pure una colpa.

La seconda squadra sta salvando la panchina di Allegri. Cioè la panchina della Juventus, cioè - sulla carta - la panchina più prestigiosa del campionato italiano. Anche allargando il discorso oltre Fagioli (che dalla seconda squadra è partito ma ha fatto anche un anno di Erasmus a Cremona) e Miretti, c'è Iling che almeno ha fatto bella figura in Champions, c'è Soulé che sta crescendo, ci sono tanti giovani che stanno iniziando ad affacciarsi sul serio. In parte in maniera casuale: la stessa infornata in Champions è arrivata per risparmiare i big, ma questi sono davvero fatti di Allegri e della Juventus. Resta il dato che sta arrivando la prima vera infornata di ragazzini della Juventus Under 23 o Next Generation.

Sicuri che le seconde squadre sono inutili? Sono bocciate, lo dice la storia recente. Se te ne aspettavi 4-5 e ne hai solo una, senza nessun'altra società che ci pensi davvero, sono bocciate ed è un dato di fatto. Però se finirà così sarà una gigantesca occasione persa. La Juve dalla sua squadra B ci ha guadagnato, in tutti i sensi. Primo, economico: molte società scappano dalle seconde squadre per gli 1,25 milioni di euro di contributo a fondo perduto. Ecco, è una cosa su cui si dovrebbe/potrebbe lavorare per rilanciare il progetto, però bisogna pure andare a guardare quanti soldi la Juve abbia guadagnato nel frattempo da cessioni di giocatori della squadra B. In maniera più o meno lecita, questo lo diranno gli organi competenti alla fine del caso plusvalenze, ma se finirà come è andata a livello sportivo, o se quelli affari saranno giudicati legittimi ci sarà poco da discutere. Secondo punto non davvero secondo, a livello sportivo. Con la squadra B la Juve ha un ecosistema di giovani giocatori che sono già inseriti in un contesto professionistico. Miretti, Fagioli e Iling sono stati buttati in campo in maniera casuale? Vero, ma la Juve non ha dovuto aspettare che arrivasse gennaio per richiamarli dal prestito, né ha dovuto fare particolari preparativi: in C si prendono le botte vere, a livello caratteriale vale quanto la Champions. Poi se a quel livello ci puoi stare o meno lo dicono altre cose, le qualità tecniche che un giocatore ha. Ma intanto è pronto, non è da pescare dalla Primavera che è un campionato inutile e da abolire per come è strutturato oggi, una parata di vecchi giovani, gente che in altri Paesi avrebbe già un centinaio di presenze fra i grandi o avrebbe capito che non è la strada giusta e invece qui da noi fa la muffa aspettando un'occasione che magari non arriverà mai.