Baldini e quel calcio romantico in cui si riconosce l'importanza del fattore tifo. Taranto-Foggia, calvario continuo
Editoriale di oggi che si apre con un focus dedicato a due squadre pugliesi che non stanno vivendo un momento particolarmente felice. Partiamo dal Foggia, sconfitto ancora una volta tra le mura amiche da un ottimo Cerignola e fischiato dai propri tifosi. Senza voler tornare su un dramma che, purtroppo, ha colpito molto da vicino la squadra, la dirigenza e la piazza e provando a parlare esclusivamente di calcio, possiamo dire che ci sono troppe cose che non quadrano e che giustificano la falsa partenza. L'esonero di Brambilla, con tanto di critiche pubbliche in conferenza stampa per le mancate dimissioni e per il gioco espresso dalla squadra, poi la scelta di un tecnico come Capuano fautore del 3-5-2 ma con un organico costruito per il 4-3-3. E ancora le dimissioni del trainer di Pescopagano, il tentativo di ricucire con Brambilla (che ha rimesso il suo mandato, rifiutando di tornare), l'impossibilità di trovare un nuovo allenatore in pochi giorni e, ora, anche il passo indietro del direttore sportivo Roma atteso da un confronto con il presidente Canonico. Certo, la rosa non vale 10 punti e in estate ci sono stati sacrifici economici, ma il caos di queste due settimane lascia intendere che ci sia un malumore di fondo che va oltre la questione sportiva. O la squadra è stata sopravvalutata o non c'era armonia e fiducia tra le varie componenti. E ora il rischio è quello di dover per davvero ridimensionare le proprie ambizioni puntando solo alla salvezza.
A Taranto le cose non vanno meglio. La querelle societaria tiene ancora banco al netto delle dichiarazioni pubbliche, la squadra ha perso 5-0 a Potenza e ha inviato un certificato medico rilasciato dall'ospedale di Taranto che non gli consentirà di essere al fianco della squadra nella trasferta di Avellino, altri calciatori potrebbero partire a gennaio e la penalizzazione sarà a breve realtà. E pensare che a giugno si stava sognando la serie B in uno stadio pieno, prima di una involuzione clamorosa che fa tremare una piazza che già troppe volte ha vissuto la macchia del fallimento. Evidentemente quel -4 che pregiudicò la corsa playoff invalidando il secondo posto conquistato con merito sul campo fu campanello d'allarme che in pochi vollero ascoltare, quasi scandalizzandosi quando legittimamente Capuano decise di fare un passo indietro. Sarebbe opportuno che la tifoseria riconosca all'ex mister giusti meriti concentrandosi sui reali problemi del club. E' stato anche un periodo di ribaltoni tecnici. Il Lecco ha salutato Baldini affidandosi a Volpe, il Perugia ha esonerato un Formisano di prospettiva, ma forse troppo inesperto per una piazza così ambiziosa. Certo, Zauli non è stato poi perfetto nella sua carriera da mister e dovrà dimostrare tanto. Trema Di Carlo ad Ascoli, ancor di più dopo lo scialbo pareggio interno con il Campobasso. Il mister non ha inciso e rischia di aggiungere un'altra brutta esperienza a un decennio che ha cancellato le imprese, quelle di Mantova, che sembrano davvero un remoto e sbiadito ricordo. Qualcosa potrebbe accadere anche a Ferrara e Torino (sponda Juve NG), non rischia invece Toscano a Catania al netto dei soli due punti conquistati nelle ultime due gare con un calendario apparentemente assai abbordabile. Quella rosa non può avere già tutta questa distanza da un Benevento primo, ma che a Crotone ha dilapidato in zona Cesarini il doppio vantaggio. Se in casa i giallorossi sono un rullo compressore, in trasferta ci vorrebbe un pochino più di equilibrio nelle due fasi. Certo, l'età media molto giovane può in parte giustificare il crollo emotivo dopo la rete dell'1-2, in uno stadio semideserto ma sempre caloroso come lo Scida. Sorride, invece, l'altra campana.
L'Avellino di Biancolino stupisce ancora, vince pure a Trapani e appare davvero inarrestabile. Peccato che l'impresa siciliana sia stata macchiata da un rigore che sarebbe eufemistico definire generoso, col patron granata che ha scritto una lettera a Marani invocando l'ausilio del VAR per evitare situazioni del genere. Non condividiamo, invece, le critiche pubbliche sulle scelte dell'allenatore. Cosa che potrebbe delegittimare Aronica agli occhi dello spogliatoio. Se si perde fiducia, tanto vale sostituirlo direttamente senza dichiarazioni a caldo che minano la serenità di un gruppo al quale sono state attribuite troppe responsabilità. Ricordiamolo sempre: il Trapani è una neopromossa, che ha cambiato quasi tutta la rosa e che milita in un girone difficilissimo. Anche il Napoli impiegò due anni per tornare in B, l'equazione "spendo-vinco" non è quasi mai esatta in uno sport come il calcio per antonomasia imprevedibile. Negli altri gironi situazioni piuttosto chiare. Il Padova fa la voce grossa e si porta a +7 da un Vicenza mai brillante come l'anno scorso, il Pescara sta provando a fare il vuoto e, con una partita in meno, guarda tutti dall'alto verso il basso vincendo l'ennesima partita oltre il 90'. Foggia sta facendo benissimo, altrettanto uno dei pochi allenatori che riconosce meriti anche al pubblico, definito "componente importante" perchè "anche grazie alla spinta di ogni singolo tifoso siamo riusciti a segnare la rete della vittoria". Una frase che alimenta entusiasmo in una piazza che si era molto raffreddata e che attende comunque una svolta dal punto di vista societario.